Centri territoriali diffusi per prepararsi all’eventuale terza ondata del Covid19

Più assistenza sul territorio e tempestività nella presa in carico. Si attivano centri sanitari diffusi dove valutare le condizioni dei pazienti

L\'ospedale da campo di Varese

Il coronavirus si vince se si potenzia il territorio. Le lezioni ricevute dalla prime due ondate pandemiche hanno dimostrato l’obbligo di potenziare la medicina del territorio in vista di una potenziale terza ondata. Si prevede già a gennaio o, per alcuni, a marzo. Probabilmente in contemporanea con il picco influenzale.
Il momento non è sicuro ma è certo che il SarsCoV2 circola ancora e la battaglia non è vinta.

CHIUSO IL PUNTO TAMPONI DI VIA ROSSI A VARESE
Mentre Ats Insubria ha chiuso il punto tamponi di via Rossi a Varese ( ma senza smantellarlo) per il calo della richiesta di esami, rimangono ancora operativi quelli di Malnate zona Fontanelle, di Solbiate Olona in caserma e di Cassano Valcuvia oltre a via Monte Generoso a Varese per i test rapidi. Intanto si lavora per costruire una rete capillare di indagini e assistenza.

NOVITA’ NELL’ASSISTENZA DEI PAZIENTI COVID19
La delibera di giunta 3876 del 19 novembre scorso ha dettato le linee guida per la realizzazione di un sistema integrato tra ospedale e territorio per fornire ai medici un percorso guidato di presa in carico dei pazienti affetti da Covid19 o sospetti.

IL RUOLO DELLA MEDICINA DEL TERRITORIO
Nell’ultima emergenza, i medici di medicina generale sono stati molto più coinvolti anche grazie a un sistema di rete con le Usca per assistere i pazienti al proprio domicilio attraverso la sorveglianza telefonica dopo le visite dei medici del servizio speciale di continuità assistenziale.

In futuro, si dovrà limitare quanto più possibile gli “accessi impropri” in pronto soccorso per pazienti a rischio basso e medio, soprattutto evitare che si autopresentino, mentre dovrà essere tempestiva la presa in carico dei soggetti fragili per evitare le complicanze che comportano l’ospedalizzazione. La diversa organizzazione poggia su una potenziata rete di indagine con tamponi e test rapidi di diagnosi.

CENTRI TERRITORIALI COVID
All’attuale organizzazione composta dai medici di medicina generale, Usca e ospedali, si aggiungeranno nuovi presidi come i Centri territoriali Covid. Si tratta di luoghi a cui inviare i pazienti sospetti: qui medici dotati di strumentazione adeguata, come gli ecografi e tamponi, potranno svolgere visite accurate e fare anche prelievi ematici per verificare tutti i parametri.
L’accesso avverrà su appuntamento, preso dal curante sul portale attivato da Ats Insubria.

A Saronno è già operativo il Centro gestito dall’asst  Valle Olona che verrà inaugurato ufficialmente il prossimo 7 dicembre. A Busto Arsizio, nel centro di Malpensafiere, funziona da diverse settimane la sede attivata da Areu dove arrivano le ambulanze con codici per lo più verdi.

A Varese si lavorerà nell’ospedale da campo allestito dalla Croce Rossa nella sede di Ats Insubria: ci saranno due ambulatori medici, un’astanteria e l’accettazione.
Anche l’Asst Sette Laghi attrezzerà un suo centro probabilmente all’ingresso dell’ospedale di viale Borri dove era ospitato il punto tamponi. Un altro centro verrà attivato a Cunardo presso la Baita dello Sciatore dove i medici di famiglia potranno anche offrire l’attività di tampone veloce.

Queste realtà territoriali verranno gestite dalle Asst o da erogatori privati accreditati mentre Ats Insubria farà da regia e coordinamento cercando di garantire un’adeguata copertura a tutto il territorio.

PAZIENTI VISITATI E INVIATI AL DOMICILIO O IN OSPEDALE
In questi centri, dunque, i pazienti verranno sottoposti a visita accurata per decidere l’eventuale ospedalizzazione, con accettazione diretta in accordo con i medici del PS di riferimento, o il ritorno al domicilio per continuare la sorveglianza in telemedicina con l’eventualità di attivare le USCA.

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Pubblicato il 02 Dicembre 2020
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