Il Natale a Luino e le lucine “in chiaroscuro“
Alcune frazioni senza illuminazioni natalizie, e l’amministrazione spiega il motivo. “Vogliamo ascoltare tutti e imparare dagli errori”
 
																			
                        
						
						
						
						C’è chi tira dritto e non ci fa caso. E poi c’è chi le ama e rimane deluso quando mancano. Il Natale nell’anno del Covid si misura anche dall’atmosfera, e le “lucine di Natale”, nonostante tutto, sono in grado di far discutere: sono belle, sono brutte, piacciono o meno.
A Luino poi l’attenzione della stampa locale negli ultimi giorni si è rivolta verso alcune frazioni rimaste “al buio“ – in tema di insegne luminose – proteste dei residenti che hanno portato l’amministrazione comunale a rispondere: non c’è difatti solo Biviglione priva di luci di Natale (questione rilevata da Simone Della Ripa su Prealpina), ma anche Pianazzo e Longhirolo.
Ne parla l’assessore Serena Botta che in una nota, oltre a ringraziare i cittadini per aver segnalato il problema nell’ottica di una partecipazione «in cui l’amministrazione crede», ricorda che «il Comune ha siglato un accordo di partenariato con Ascom (associazione di categoria dei commercianti ndr), investendo 10.000 euro, sulla base di un preventivo offerto dalla ditta che da oltre vent’anni si occupa dell’allestimento delle luminarie natalizie. Abbiamo ritenuto che, parlando di intervento del Comune per garantire punti luce nelle frazioni, ogni frazione sarebbe stata interessata. Purtroppo la mappatura utilizzata da sempre dalla ditta non ha mai previsto le zone di Biviglione, Pianazzo e Longhirolo».
L’assessore si riferisce dunque a una sorta di misunderstanding con l’azienda che fornisce il servizio rispetto anche all’annata particolare per la quale non tutti i commercianti coinvolti nell’operazione hanno contribuito a questa iniziativa: «Sui 110, 120 esercenti degli scorsi anni, solo una settantina hanno contribuito per le luminarie», spiega l’assessore. Segno di un momento difficile.
«Le quote di partecipazione per i negozianti sono di 120 euro più iva, e il preventivo per la copertura dei costi offerto dall’azienda mi risulta sia attorno ai 20 mila euro».
I costi sono stati coperti, insomma, anche se alcune frazioni sono rimaste fuori e a differenza degli scorsi anni alcune attività come la pista di pattinaggio non sono state previste.
«Comprendiamo la delusione di alcuni concittadini che hanno visto nella mancanza di luminarie nella loro frazione quasi un senso di disinteresse, ma possiamo assicurare che questo non è un nostro intento. Non trascureremo e non daremo per scontate alcune situazioni; ogni errore sarà motivo di insegnamento per noi. Spesso la mancanza di luoghi istituzionali di confronto con la cittadinanza porta le persone a sentirsi abbandonate ed in difficoltà nel comunicare con l’amministrazione. Siamo convinti che la svolta si renderà evidente non appena verranno attivati i comitati di quartiere. Saranno questi i luoghi di partecipazione dove i rappresentanti delle frazioni potranno avanzare critiche, proposte e la giusta attenzione alle loro richieste», ha concluso l’assessore Serena Botta.
La questione delle lucine di Natale oltre che nelle frazioni, tiene banco anche in considerazioni generiche legate in parte al gusto, in parte all’opportunità: se l’ex consigliere comunale Mario Contini aveva espresso in settimana perplessità circa la qualità delle illuminazioni natalizie, ben più tranciante è stato il giudizio sulla politica del Comune legata all’esborso di 10 mila euro da perte del Comune da destinare proprio al Natale: si espresse in questo senso di recente in un’assemblea cittadina il consigliere comunale di minoranza Furio Artoni.
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