I teatri di Varese si uniscono all’appello nazionale: “Ci siamo”

Attori, direttori di teatro, tecnici, organizzatori di eventi si sono dati appuntamento al Teatro Santuccio per aderire all'appello lanciato dall’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo

Teatri Aperti, anche attori e direttori di Varese rispondono all'appello

I teatri di tutta Italia sono tornati ad illuminare le loro sale e le loro insegne per una sera. Un messaggio di speranza ma sopratutto la richiesta di attenzione ai luoghi della cultura e a coloro che lavorano nel settore, fermo da un anno.

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Lunghi mesi senza spettacoli, pubblico in sala, luci sul palcoscenico. Anche Varese, con molti altri teatri della provincia, ha voluto aderire all’appello lanciato dall’Unione Nazionale Intrepreti Teatro e Audiovisivo e questa sera (22 febbraio) ha visto molti operatori della cultura varesina darsi appuntamento al Teatro Santuccio di via Sacco.

Mentre le insegne degli altri teatri si sono accese, all’interno dell’anfiteatro che da anni ospita spettacoli e attività delle associazioni direttori, attori, tecnici, organizzatori di eventi, hanno voluto mandare un messaggio comune: «Ci siamo».

C’è la voglia di ricominciare, ma soprattutto la necessità di avere risposte. Nessuno sottovaluta l’emergenza sanitaria e le difficoltà che la pandemia ha portato per tutti, ma il teatro e le sue maestranze sono tra coloro che hanno subito grossi danni a causa di un lockdown che per molti di loro non è mai finito.

Chiedono quindi di ripartire, in sicurezza, in modo programmato, con calendari certi e riorganizzando le rassegne che più volte sono stati costretti a spostate o annullate. Il teatro Santuccio questa sera si è riempito di un’energia che da mesi non vedeva. Gli attori sono tornati sul palcoscenico ad incontrarsi, a parlarsi, sempre rispettando distanze e mascherine ma forse sentendosi meno soli nell’affrontare un futuro incerto.

«È importante sapere quando è possibile ripartire. Speriamo di poterlo fare per poi restare aperti, senza continui cambi di programma», spiega l’attore e regista Andrea Chiodi che questa sera ha riunito tanti amici e colleghi. Mentre l’ultima dichiarazione del ministro della Cultura Dario Franceschini sembra dare una speranza di ripartenza, questa sera Varese è tornata a parlare di spettacoli di prosa, di iniziative già pronte per il pubblico, di forme di teatro digitale sperimentate con il pubblico dei più piccoli e non solo. Certo, non è e non sarà facile per molte ragioni. A partire da quelle più pratiche, come le compagnie ferme da mesi, o a quelle strettamente economiche. «Come attori chiediamo di riappropriarci dei nostri luoghi», commenta l’attore Giancarlo Ratti. 

Quella che non si è mai fermata infatti è la creatività: «È emozionante riaccendere le luci del teatro, ma voglio dire che il teatro in realtà non ha mai chiuso, abbiamo continuato a lavorare, a inventare delle cose e ora è importante ripensare alle ripartenza», spiega Stefano Beghi di Karakorum Teatro.

Alla serata ha partecipato anche il sindaco di Varese, Davide Galimberti che ha sottolineato l’importanza di ripartire in sicurezza: «Vogliamo presto la riapertura dei luoghi della cultura. Per questo stiamo spingendo perché si acceleri sulla campagna di vaccinazione di massa».

«Con questa serata vogliamo dire che siamo ancora vivi – spiegano Sarah Collu, Serena Nardi e Vittorio Bizzi di Red Carpet e Giorni Dispari Teatro -. Siamo qui insieme a tanti colleghi perché sarebbe ora che qualcuno ci prestasse attenzione».

«Siamo qui anche per ascoltare la voce del pubblico, abbiamo acceso le luci virtualmente, tramite la nostra pagina Facebook e abbiamo capito che c’è voglia di tornare in sala. Noi ci siamo», ha continuato Filippo De Santis del Teatro Apollonio di Varese.

«Crediamo sia giunta l’ora di pianificare una riapertura», ha concluso Giulio Rossini, di Filmstudio 90. 

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Febbraio 2021
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