Un altro defibrillatore vandalizzato. Quel “gioco” che mette a rischio la vita
Anche ad Azzate ignoti hanno distrutto il vetro del Dae fuori dal teatro Castellani. Ieri era toccato a quello del Parco Bergora di Buguggiate
Due defibrillatori vandalizzati in pochi giorni. Il primo fuori dal teatro Castellani di Azzate il secondo al Parco Bergora di Buguggiate.
Vetro spaccato, il defibrillatore che comincia a suonare e poi la fuga. Così come si faceva un tempo per i campanelli dei palazzi: il gioco innocuo delle scorribande notturne. Ma con un defibrillatore le cose sono un po’ diverse.
Un defibrillatore che non funziona è una vita appesa a un filo. Ed è anche, se vogliamo dirla tutta, una questione di costi. Il prezzo di un Dae, un defibrillatore automatico esterno, varia dai 700 ai 2000 euro. Poco importa che ai Comuni spesso vengano donati: qualcuno li ha pagati. Archiviato l’aspetto economico resta quello di un presidio sanitario importantissimo messo fuori uso.
Areu, l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza, ha una mappa dei Dae che deve essere costantemente aggiornata: sapere che in un tal posto c’è un defibrillatore attivo significa guidare i soccorsi e consentire di raggiungere nel più breve tempo possibile lo strumento per assistere qualcuno in arresto cardiaco. Non è difficile immaginare cosa può accadere se una volta arrivati al defibrillatore, lo si trova guasto o mal funzionante.
I due defibrillatori, quello di Azzate e quello di Buguggiate, ora andranno rimessi in funzione: con una perdita di tempo e di denaro che grava un po’ su tutta la comunità.
Serve poco dirlo, perché è evidente che chi spacca un defibrillatore non spreca il suo tempo a leggere. Ma chissà mai che, per qualche imperscrutabile via, arrivi a chi di dovere una “piccola scossa” che risvegli un po’ di senso civico.
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Non me ne voglia la redazione ma definirlo gioco (anche se virgolettato) è un buonismo inaccettabile che farà ancora più vittime del defibrillatore danneggiato.
Alcuni giovani vanno presi a calci nel sedere indipendentemente dalle presunti colpe genitoriali e della società. Purtroppo non c’è più nessuno che si occupa di “raddrizzare” le piante che crescono storte. Sempre per colpa di un buonismo, perbenismo non più accettabile.
La mamma dei CRETINI è sempre incinta!!!