Piazza Garibaldi ridotta a parcheggio. “Ripensiamola come vera piazza”
Margherita Silvestrini rilancia l'idea di riscoprire lo spazio aprendolo ai pedoni, alla socialità e al verde. Recuperando parcheggi tutto intorno: "Agevolerebbe anche commercio"
Piazza Garibaldi non più dedicata solo ai parcheggi? Si può fare. E Margherita Silvestrini – candidata del centrosinistra – all’idea ci crede. «Piazza Garibaldi oggi è un parcheggio, sarebbe bello ripensarla come una vera piazza» ha detto nel corso del secondo incontro online sulle idee per la città, che ha visto ospite anche l’assessore del Comune di Milano Pierfrancesco Maran.
Se nel primo incontro – dedicato alla mobilità – la proposta era ancora solo vagheggiata, ora l’idea si fa più concreta. Nella presentazione sono comparse anche delle suggestioni di una possibile piazza restituita all’uso dei cittadini e non (quasi) solo alle auto: immagini che propongono la presenza di alberi a rendere più verde e piacevole, in ogni stagione, lo spazio urbano, ma anche con arredo urbano per renderla accogliente a tutti.
Ovviamente il tema di una pedonalizzazione – parziale o totale che sia – si confronta anche con un tema centrale: che fine fanno le auto? Già nel primo incontro il segretario Pd Davide Ferrari aveva fatto intendere l’idea su cui si vuole lavorare: «Abbiamo diversi parcheggi pubblici intorno al centro che sono sottoutilizzati o poco segnalati. Sarebbe sufficiente segnalarli meglio ed educare le persone all’utilizzo». Il riferimento è ai “parcheggi fantasma” intorno al centro, che il centrosinistra aveva individuato già qualche anno fa ma il cui recupero segna un po’ il passo (si è parlato negli ultimi tempi del caso del parcheggio di via Etna, oggi riaperto ma non visibilissimo).
Dell’idea di una pedonalizzazione di piazza Garibaldi si parlava anche dodici anni fa (con Mucci), ma da allora l’ipotesi è stata messa da parte: l’amministrazione Cassani anzi prevedeva un intervento di riordino della viabilità – l’inversione del senso di marcia, da senso orario ad antiorario – che metteva un punto fermo sul mantenimento del passaggio delle auto (la modifica della viabilità si è nel frattempo arenata). Si sono anche aggiunti dei posti auto in più e anzi, negli ultimi tempi, l’uso degli spazi per la sosta sembra sempre maggiore, anche fuori dagli stalli individuati.
Ha senso rilanciare uno spazio pedonale? Secondo Silvestrini sì, per la vivibilità e non solo. «I dati di tante città ci dicono che un minor numero di auto non vuol dire meno business: è una percezione, ma non è reale. Riscoprire piazza Garibaldi come luogo di socialità agevolerebbe anche le attività commerciali, i locali e i negozi».
Un’immagine molto evocativa è quella che è stata elaborata da Giovanni Mandelli, del progetto Strada per tutti, usando una foto pubblicata da VareseNews in pieno lockdown: la piazza svuotata dalle auto (che compaiono solo in fondo, sull’asse tra via Verdi e via Postporta) diventa spazio da frequentare, con sedute e alberi.
Oltre a piazza Garibaldi Silvestrini ha citato anche un’altra idea già avanzata in altra sede: quella di dare un nuovo volto alla periferica via Madonna in Campagna: «Sarebbe bello immaginarla come un viale, perché non sia solo percorribile da tutti, ma anche un luogo piacevole, che agevoli la socialità». Un boulevard per potrebbe collegare i diversi poli del quartiere: il santuario che dà il nome al rione, scuole e oratorio, gli orti urbani, le zone residenziali.
Nell’incontro sull’urbanistica Silvestrini ha detto che si può costruire una città più vivibile «coniugando interventi leggeri, come l’urbanistica tattica, e strategie più ampie magari attraverso concorsi». L’esempio viene da Milano, dove – ha raccontato Piefrancesco Maran, assessore all’urbanistica e ambiente della metropoli – si muovono grandi interventi (come quelli sulle aree ferroviarie dismesse) ma anche interventi localizzati, come le “piazze tattiche”, in cui il cambiamento viene introdotto per gradi, prima con soluzioni “leggere” – come vasi e colore a terra per indicare le aree pedonali – e poi in modo definitivo. «È il modo di sperimentare ma anche di correggere i progetti discutendone con i cittadini» ha detto Maran, che ha presentato interventi in quartieri con forza attrattiva e altri in zone più residenziali.
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In effetti sarebbe una bellissima idea anche per smorzare l’imponenza di palazzo Minoletti e dare anche del verde a quella piazza che in estate avrà 45° all’ombra