Dopo la mossa di Longobardi, il terzo polo a Gallarate è sempre meno concreto
L'avvicinamento tra Cassani e il consigliere 9.9 non è inatteso, ora il peso dell'area indipendente al centro si riduce ancora. E l'alleanza delle civiche resta un Godot che blocca nell'attesa (ancora per poco?)
Un Godot atteso da mesi, ma che non si mostra, non prende corpo, lascia nell’incertezza e nell’evolversi degli eventi: ad oggi questo è il “terzo polo” a Gallarate.
Se ne parla – appunto – da mesi, anzi: dall’estate scorsa, quando per la prima volta ci fu un incontro tra Gallarate 9.9, i ferrazziani di Libertà per Gallarate, il gruppo ex lista Borghi guidato da Massimo Gnocchi. Una “alleanza delle civiche” che fin qui non si è concretizzata e che ora – dopo l’«avvicinamento» tra Longobardi e Cassani – diventa meno probabile.
Non che sia una notizia inattesa: era già emerso che il gruppo 9.9 non fosse più coeso e che Longobardi non fosse proprio insensibile alle sirene di Palazzo Borghi. Ma ora certo lo sfilarsi di Gallarate 9.9 dalla galassia delle civiche rende meno probabile l’idea che la nebulosa delle civiche riesca ad aggregarsi in una vera alleanza (e soprattutto su un candidato sindaco).
L’ipotesi di terzo polo forse sconta anche le (mezze) incertezze del centrodestra, con le manovre di alcuni nei mesi scorsi per scalzare Cassani come candidato e oggi con i malumori e l’attesismo di Fratelli d’Italia. Del resto, lo stesso Longobardi – nel prendere tempo settimana scorsa – diceva «oggi non sappiamo neppure quali siano i candidati di centrosinistra e centrodestra», mentre dalle file di Libertà per Gallarate – dopo l’ultimo appello degli ex lista Borgo – arrivava un no comment perché i tempi non erano considerati maturi, soprattutto nel centrodestra.
L’appello degli ex-lista Borgo ha incassato un certo interesse da +Gallarate, che però sta già strutturando la sua proposta, si sta comunque muovendo, anche se non ha ancora un candidato sindaco. Male che vada, una sua prospettiva comunque ce l’ha. A far da pontiere tra i vari soggetti c’è ancora anche un vecchio volpone come Dario Terreni. Basta ad aggregare una coalizione con qualche speranza?
L‘avvocato Pietro Romano sbarra la porta all’ipotesi di alleanza delle civiche: «No, non credo sia una strada percorribile» si limita a dire oggi. Attenzione però: Romano pare sarà della partita comunque, con una sua lista, puntando a presentarsi come civico ma anche interprete del centro. «Settimana prossima avremo novità».
C’è da vedere cosa farà chi è nel gruppo di Gallarate 9.9: alcuni non digeriscono la scelta di Longobardi e non si schiereranno pro Cassani, bisogna vedere che strade prenderanno e se i 9.9 continueranno ad esserci come gruppo.
Il centro che si muove
Ultima nota: mentre nel centro civico si aspetta Godot, altri al centro si muovono.
Nell’ultimo weekend si sono fatti sentire sia i centristi per Margherita Silvestrini – la ormai decennale civica Città è Vita – sia quelli per Cassani – il Centro Popolare che riunisce Donato Lozito e molti vicini a CL: il campo dell’area moderata resta presidiato, anche il rapporto con il mondo cattolico va confermato o riconquistato.
Senza contare altri “spezzoni”, come i liberal di Azione schierati per Silvestrini. Ad oggi il centro sembra più strutturato dentro ai due poli, che non fuori.
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