La baby sitter in vacanza piace sempre di più

Secondo l'indagine del portale Sitly solo il 53,7% dei genitori non vorrebbe la baby sitter in ferie, per gli altri invece è necessaria alla coppia o perché si lavora anche dall'ombrellone

Generica 2020

La maggior parte dei genitori italiani non vorrebbe una baby sitter in vacanza, ma il divario con chi invece ne sente la necessità ormai è ridotto al minimo. Secondo l’ultima indagine svolta da Sitly (piattaforma per la ricerca di baby sitter), il 53,7% dei genitori italiani non vorrebbe una baby sitter con sé in ferie. Di questi oltre la metà (il 56,8%) considera la vacanza come “un affare di famiglia”, il 22% pensa che avere una baby sitter anche in vacanza risulterebbe troppo caro, l’8% non ne ha bisogno perché si sono già i nonni ad accudire i figli.

Al contrario, il 37% degli intervistati si dichiara interessato alla collaborazione estiva, il 6% ha già provato l’esperienza e il 3% lo farà per la prima volta quest’anno.
Di questi genitori il 35,4% sceglie la baby sitter in vacanza per avere più tempo libero come coppia; il 27,2% sente di avere bisogno di aiuto in generale per potersi godere la vacanza, mentre il 16,5% dichiara di lavorare anche in estate e dunque, senza la baby sitter, non saprebbe a chi affidare i figli.
La grande maggioranza dei genitori che vorrebbe la baby sitter durante le vacanze estive (il 59,6%) avrebbe piacere di confermare la stessa che collabora abitualmente durante l’anno. Chi vorrebbe invece cambiarla è più che altro obbligato dal fatto che la baby sitter ‘invernale’ non è disponibile in estate (22,4%) oppure perché portarla con sé diventerebbe molto oneroso, tra vitto e alloggio. Meglio piuttosto sceglierla in loco.

Si aggira sempre sugli 8 euro l’ora la tariffa che un genitore è disposto a spendere come media, nel luogo di vacanza. E questo corrisponde, nel 60% dei casi secondo l’esperienza delle famiglie, a quanto il mercato delle baby sitter locali richiede.

BABY SITTER E PANDEMIA

L’indagine di Sitly ha voluto approfondire anche com’è variato, nei costi e nelle scelte, il ricorso alla baby sitter delle famiglie italiane durante la pandemia.
Secondo il 31,5% dei genitori il costo delle baby sitter dopo l’emergenza pandemica è rimasto uguale, sebbene il 16,9% ritenga che le richieste economiche siano aumentate (ma solo per il 2,7% che siano aumentate di molto).

Sempre approfondendo il tema dell’emergenza pandemica e confrontando il “prima e il dopo”, il 14,5% dei genitori non ha mai smesso di chiamare a servizio la baby sitter, il 18,9% ha ripreso oggi come prima del lockdown.
Il 10% invece non ha più chiamato la tata per timore dei contagi; il 6% perché ha perso il lavoro (e quindi non ha più avuto necessità di una baby sitter) o perché la disponibilità economica è diminuita.

Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay

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Pubblicato il 19 Luglio 2021
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