La baby sitter in vacanza piace sempre di più
Secondo l'indagine del portale Sitly solo il 53,7% dei genitori non vorrebbe la baby sitter in ferie, per gli altri invece è necessaria alla coppia o perché si lavora anche dall'ombrellone
La maggior parte dei genitori italiani non vorrebbe una baby sitter in vacanza, ma il divario con chi invece ne sente la necessità ormai è ridotto al minimo. Secondo l’ultima indagine svolta da Sitly (piattaforma per la ricerca di baby sitter), il 53,7% dei genitori italiani non vorrebbe una baby sitter con sé in ferie. Di questi oltre la metà (il 56,8%) considera la vacanza come “un affare di famiglia”, il 22% pensa che avere una baby sitter anche in vacanza risulterebbe troppo caro, l’8% non ne ha bisogno perché si sono già i nonni ad accudire i figli.
Al contrario, il 37% degli intervistati si dichiara interessato alla collaborazione estiva, il 6% ha già provato l’esperienza e il 3% lo farà per la prima volta quest’anno.
Di questi genitori il 35,4% sceglie la baby sitter in vacanza per avere più tempo libero come coppia; il 27,2% sente di avere bisogno di aiuto in generale per potersi godere la vacanza, mentre il 16,5% dichiara di lavorare anche in estate e dunque, senza la baby sitter, non saprebbe a chi affidare i figli.
La grande maggioranza dei genitori che vorrebbe la baby sitter durante le vacanze estive (il 59,6%) avrebbe piacere di confermare la stessa che collabora abitualmente durante l’anno. Chi vorrebbe invece cambiarla è più che altro obbligato dal fatto che la baby sitter ‘invernale’ non è disponibile in estate (22,4%) oppure perché portarla con sé diventerebbe molto oneroso, tra vitto e alloggio. Meglio piuttosto sceglierla in loco.
Si aggira sempre sugli 8 euro l’ora la tariffa che un genitore è disposto a spendere come media, nel luogo di vacanza. E questo corrisponde, nel 60% dei casi secondo l’esperienza delle famiglie, a quanto il mercato delle baby sitter locali richiede.
BABY SITTER E PANDEMIA
L’indagine di Sitly ha voluto approfondire anche com’è variato, nei costi e nelle scelte, il ricorso alla baby sitter delle famiglie italiane durante la pandemia.
Secondo il 31,5% dei genitori il costo delle baby sitter dopo l’emergenza pandemica è rimasto uguale, sebbene il 16,9% ritenga che le richieste economiche siano aumentate (ma solo per il 2,7% che siano aumentate di molto).
Sempre approfondendo il tema dell’emergenza pandemica e confrontando il “prima e il dopo”, il 14,5% dei genitori non ha mai smesso di chiamare a servizio la baby sitter, il 18,9% ha ripreso oggi come prima del lockdown.
Il 10% invece non ha più chiamato la tata per timore dei contagi; il 6% perché ha perso il lavoro (e quindi non ha più avuto necessità di una baby sitter) o perché la disponibilità economica è diminuita.
Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay
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