“Di manifestazioni ne avevo fatte a centinaia, ma quella giornata mi rimarrà impressa per tutta la vita”
Il ricordo di Gianmarco Martignoni, sindacalista della Cgil di Varese

Nel 2001 avevo quarantatre anni, facevo parte dell’apparato della Cgil di Varese, e il primo appuntamento con Genova è stato il 19 luglio.
All’alba di quel giorno con l’amico e compagno Mauro eravamo a Malpensa, poiché dalla Cgil regionale mi avevano chiesto di accompagnare a Genova un segretario della IG Metall, che doveva partecipare ad uno dei tanti dibattiti organizzati dal Genova Social Forum. Il 19 è stata una bella giornata, grazie alla presenza di Susan George, Alex Zanotelli, Vittorio Agnoletto e tanti altri compagni e compagne protagonisti dei dibattiti che si succedevano di volta in volta, con una critica serrata e documentata ai danni provocati dalla globalizzazione liberista.
Il 21 luglio, invece, siamo partiti da Milano, poiché come Cgil Lombardia, guidata a quel tempo da Mario Agostinelli, la Fiom-Cgil e Alternativa Sindacale in Cgil avevamo organizzato ben trentanove pullman per quella manifestazione conclusiva.
Di manifestazioni ne avevo fatte a centinaia, ma quella giornata mi rimarrà impressa per tutta la vita, non solo per la tensione che si respirava nell’aria, ma per le provocazioni che si susseguivano una dietro l’altra.
Fortunatamente ci eravamo organizzati con un nutrito servizio d’ordine, che con il senno di poi ha funzionato come scudo protettivo anche per tanti ragazzi e ragazze alla loro prima manifestazione, provenienti da ogni parte del paese in rappresentanza di associazioni e movimenti di ogni genere e plurali. Quando nel tardo pomeriggio piano piano siamo riusciti a ritornare ai nostri pullman, abbiamo veramente tirato il fiato, pensando a quanta tensione avevamo accumulato in corpo.
Il giorno dopo, sceso immediatamente alle 7 della mattina all’edicola di Gazzada per acquistare Il manifesto, ricorderò sempre le parole di un conoscente di una certa età “ Cosa avete combinato a Genova…. !“. Un giudizio figlio naturalmente della potenza dei mass-media nel ribaltare gli avvenimenti di quella giornata, con un governo di centro-destra in cabina di regia nel mettere sul banco degli imputati il movimento anti-liberista.
Invece, alla scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto decine di compagni e compagne venivano sottoposti ad una violenza inaudita e a incredibili torture. Ci sono voluti degli anni, grazie al Genoa Legal Forum, per smontare il solito teorema accusatorio e colpevolista, tanto che per Amnesty International a “ Genova si è consumata la più grave violazione dei diritti umani di dimensioni mai viste nella recente storia europea “.
Sono passati vent’anni, ed il covid-19 e il surriscaldamento climatico sono la brutale testimonianza di un capitalismo malato alla n potenza. Non ci eravamo sbagliati a mettere sotto accusa, come recita la maglietta che vi allego, quelli del G8, noi 6.000.000.000. Oggi siamo 8.000.000.000, ma se non mettiamo sul banco d’accusa l ‘iper-capitalismo e la sua logica distruttiva, non siamo in grado di trasmettere alle nuove generazioni cos’è il divario Nord-Sud del mondo, come crescono le diseguaglianze, ecc.. Tutt’altro , quindi , dalle cosiddette opportunità veicolate dai cantori dalla globalizzazione…
Gian Marco Martignoni
Cgil di Varese
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