Andrea Di Salvo: “Voglio una Cairate che programma e che collabora con gli altri Comuni”

Cairate generica

Andrea Di Salvo ha 40 anni e si candida sindaco con la lista Progetto Comune, per guidare Cairate, il paese in cui è cresciuto. Ha una precedente esperienza in consiglio comunale (ma non in quello uscente) e oggi si candida con una lista composta da un’anima civica e una di centrosinistra.

Spesso s’identifica il Comune prima di tutto in uno spazio fisico: le scuole, le strade e così via. Partiamo invece dai servizi che il Comune eroga: quali sono le vostre priorità?
«Noi siamo partiti con l’idea di un riappropriarsi dei servizi: il Comune non può occuparsi solo dell’ordinario, ma deve programmare, avere una visione, dialogare con i Comuni circostanti. Su alcuni temi questa urgenza  si percepisce di più, ad esempio sociale e sanitario, che hanno bisogno di essere rilanciati. Pensiamo ad uno sportello che aiuti i cittadini ad orientarsi, in particolare sulle fragilità: il Comune deve fare da guida, coordinatore dei servizi. Sui servizi scolastici serve più sostegno alle famiglie: si è iniziato un percorso ma serve andare avanti, serve essere promotori di iniziativa. Sui trasporti scolastici ad esempio serve una azione forte, perché il collegamento con le scuole medie non può essere tralasciato: esisteva ma con la pandemia è stato cancellato. Su questo si può lavorare con realtà vicine, come Castelseprio, i cui studenti vengono verso Cairate. Ecco, anche questo è un aspetto importante».

In che senso?
«Collaborare con gli altri Comuni vuol dire allargare lo sguardo, pensare a soluzioni per problemi che non si affrontano. Mentre Cairate si è sempre più isolata in questi anni, su vari fronti. Penso ancora, ad esempio, alla  Polizia Locale».

Veniamo invece alle opere: ne sono state fatte di importanti in questi anni. Quali sono le vostre priorità per il futuro?
«Ogni centro ha le sue fragilità e oggi tutti e tre i paesi hanno necessità di lavorare sui centri storici: serve una programmazione costante per valorizzare le parti storiche, penso alle corti di Bolladello e di Peverenza, ma vedo anche l’assenza totale che c’è stata Cairate, a cominciare dalla parte finale di via Dante. C’è l’ex Villa abbandonata, in una zona che può diventare centrale, tra l’area del monastero e quella della parrocchia, i luoghi centrali del paese. Più mancano i luoghi dove poter stare, più manca anche la socialità e la comunità. Lì c’è bisogno di intervenire in maniera forte: pensando e realizzando nuovi spazi di vita. L’altro luogo che secondo noi è mancante sono le scuole, su cui si è andati avanti con piccoli interventi: serve stabilire un ordine di priorità degli interventi necessari, piuttosto fare delle scelte chiare».

Vale a dire, nello specifico delle scuole?
«Serve un progetto effettivo per il nuovo polo scolastico: non possiamo proseguire nella ricerca di un partner che si trascina da anni e limitarci ad attendere. Il terreno c’è e serve un progetto per poter partecipare ai bandi che distribuiscono fondi. Intanto però c’è da intervenire sulle scuole esistenti: le scuole medie non possono più aspettare. Sono state tralasciate mentre si facevano investimenti consistenti su altri settori, come nel caso del polo sportivo».

Il centrodestra mette in evidenza i simboli dei partiti, negli ultimi mesi anche nelle file dell’opposizione c’è stata una lunga discussione tra Pd e Movimento 5 Stelle. C’è un ritorno della componente politica in queste elezioni?
«No, su questo sono molto chiaro: la voglia di costruire uno spazio civico per noi è reale. È vero che ci sono apporti diversi, dal Pd ai popolari, ma c’è anche una forte componente civica. Abbiamo trovato tante persone, soprattutto giovani, che sentono il bisogno di superare le divisioni politiche e di guardare invece alle priorità. Superare le divisioni è quello di cui ha bisogno il paese: noi mai abbiamo discusso di aspetti politici. Nel simbolo elettorale il centrodestra ha i simboli di tre partiti, noi abbiamo i tre paesi».

Una domanda era sulle priorità per Bolladello e Peveranza, ma ha già in parte toccato il tema…
«In una logica in cui necessariamente bisogna fare scelte di gestione, più si spinge sui campanilismi più si creano tensioni. Bisogna invece lavorare sulla comunità. Ed è quello che vogliamo fare».

Qui lo speciale elezioni a Cairate, con tutti i nomi delle liste al voto

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 29 Settembre 2021
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