“L’Anpi sui valori non transige. Forza nuova va sciolta”
Gad Lerner e Laura Gnocchi curatori del libro "Noi partigiani, memoriale della resistenza italiana" (Feltrinelli) sono intervenuti alla serata organizzata dall'Anpi provinciale
Il giornalista e scrittore Gad Lerner è intervenuto a un incontro organizzato dall’Anpi provinciale per la presentazione del libro, di cui è stato curatore insieme a Laura Gnocchi, “Noi partigiani, memoriale della resistenza italiana” (Feltrinelli). Al tavolo dei relatori, Ester Maria de Tomasi, presidente di Anpi provinciale, lo storico Robertino Ghiringhelli, il presidente di Aned Milano Leonardo Visco Gilardi.
Il libro contiene oltre 500 testimonianze. Una corsa contro il tempo per dare voce a donne e uomini che nel 1943 erano giovanissimi, adolescenti o persino bambini.Un grande romanzo collettivo di formazione di un soggetto fragile e inestimabile: la nostra Costituzione democratica. Ricordi personali, episodi drammatici, dinamiche familiari, rievocazioni di figure ingiustamente dimenticate, ma anche riflessioni sul cammino incompiuto dopo la Liberazione si intrecciano in un racconto corale di malinconia ma anche di felicità, che riporta alla luce i valori civili fondamentali che oggi dobbiamo difendere.
«In queste testimonianze c’è anche tanta gioia – ha detto Lerner -. C’è un sesto senso del partigiano che ci vuole avvertire che certi fenomeni contemporanei sono qualcosa a loro già noto. Oggi sappiamo che 99 anni di distanza dalla marcia su Roma, c’è stata una marcia sul Campidoglio a Washington, sappiamo che c’è un Bolzonaro in Brasile, un Erdogan in Turchia e quello che sta succedendo in Ungheria. e Polonia e in Ungheria. E sappiamo che a Varese può rimanere instaurata un’organizzazione neonazista».
Il memoriale ha dunque, secondo Lerner, una funzione importante perché c’è una battaglia culturale da combattere: rispondere alle operazioni menzognere che mettono sullo stesso piano partigiani e fascisti. «I nazisti e i fascisti torturavano, deportavano e facevano rappresaglie, non possono essere messi sullo stesso piano di chi ha fatto la Resistenza».
Alla Varese che si contraddistingue oggi per la presenza di gruppi che si ispirano esplicitamente al nazismo, c’è anche una città che può vantare un ruolo di primo piano nella lotta di liberazione dal nazifascismo. «Da queste parti, alla stazione di Varese – ha raccontato Lerner – nel 1943 sono stati accolti, da Giacinto De Grandi, Ferruccio Parri e Leo Valiani, e da lì portati a Lugano dove dovevano incontrare i servizi segreti americani e inglesi. Gli alleati in Italia non volevano grane, ma fu in quell’occasione che Parri disse che bisognava fare una guerra di popolo, senza la quale non ci sarebbero state la costituzione e la democrazie. I nuovi fascismi vanno combattuti con le leggi, così come lo scioglimento di Forza nuova. L’Anpi mi piace perché sui valori non transige».
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