Metamorfosi urbana a Varese: Villa Maroni in via Veratti “sacrificata” sull’altare dell’istruzione
La 48esima puntata della rubrica di Fausto Bonoldi ci porta in quello che oggi è l'istituto dei Salesiani

Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta, ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata“
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Metamorfosi urbana, quarantottesima puntata: Villa Maroni in via Veratti sacrificata sull’altare dell’istruzione
Sul finire degli Anni Sessanta Varese perdette un altro angolo verde e una delle sue storiche dimore. Nel mese di ottobre del 1969 il “piccone demolitore” si abbattè sull’ottocentesca Villa Grossi Maroni per fare spazio al nuovo complesso dell’Istituto Salesiano. L’elegante edificio era stato lasciato in eredità ai Salesiani negli Anni Trenta da Emilia Olgiati Maroni affinché aprissero un pensionato per ragazzi in memoria degli figlio Antonio Tullio, morto all’età di dieci anni.
E il pensionato fu aperto nel 1936 dopo una ristrutturazione conservativa progettata dall’ingegner Andrea Pedoja. Un decennio più tardi, subito dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, i Salesiani attivarono la scuola media, che il 14 giugno del 1947 ottenne il riconoscimento del ministero della Pubblica istruzione.
La costruzione dell’attuale sede dell’Istituto Salesiano “Antonio Tullio Maroni” risparmiò, per fortuna, il primo edificio eretto, tra il 1826 e il 1828, sul fondo di Casa Comolli, dove un tempo, per disposizione di Francesco III, erano state concentrate le Beccherie (il macello), dal “dottor fisico” Luigi Grossi, che tra le sue molteplici attività (medico ostetrico e pioniere della fotografia e della stenografia) trovò il tempo per continuare la Cronaca di Varese dell’Adamollo.
Il palazzo sito tra via Veratti e via Indipendenza, dove era posto il primo ingresso dell’Istituto Salesiano, fu progettato dallo stesso eclettico dottor Grossi, che si avvalse, per il disegno della facciata in ordine dorico, della collaborazione dell’architetto milanese Gaetano Besia, professore all’Accademia di Brera e membro dell’ Istituto di architettura di Londra. L’ingresso attuale dell’Istituto Salesiano dà sul largo intitolato a don Bosco, un tempo largo 5 vie, rimasto, come gran parte della via Veratti, non solo com’era un tempo ma anche valorizzato dai restauri.
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