“L’Ucraina è casa nostra, non possiamo non aiutare”: le voci dei volontari che stanno organizzando gli aiuti a Varese

Siamo andati al CVV, il centro di aiuto al volontariato di Varese che ha sede in via Maspero, dove ci sono i locali di Anna - Sofia, associazione di auto aiuto per gli Ucraini a Varese, che sta organizzando l'invio degli aiuti nel paese

In via maspero a Varese nell’associazione di Ucraini che sta organizzando gli aiuti

Al centro di aiuto al volontariato di Varese che ha sede in via Maspero, in questi giorni è tutto un via vai: in quei locali una delle associazioni ospitate è infatti la Anna – Sofia, associazione di auto aiuto per gli Ucraini a Varese.

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Nella associazione varesina che raccoglie gli aiuti per l’Ucraina 4 di 12

Fino a poche settimane fa si occupava di questioni lavorativi per le tante donne qui al lavoro in Italia, che nella maggior parte dei casi si occupano delle nostre case e degli anziani. Ora, quell’associazione è un crocevia dei bisogni e delle offerte di aiuto tra Varese e l’Ucraina.

Così, da domenica, il CVV mette loro a disposizione tutti i giorni lo spazio comune destinato alle riunioni delle associazioni per raccogliere i beni, preparare pacchi e sistemarli in furgoni che portano i materiali in punti  – come Verona, Rimini, Milano – da cui partono camion piu grandi, disponibili a raggiungere la frontiera con l’Ucraina.

Una iniziativa che non è estemporanea ma coordinata dall’ambasciata Ucraina a Milano, che si fa parte attiva nel cercare i “passaggi” migliori per il paese, a seconda delle disponibilità che loro danno i vettori: «Siamo in costante contatto tra l’ambasciata e le principali associazioni Italia-Ucraina, noi compresi – spiega Halina Bizhyk, coordinatrice dell’associazione Anna Sofia – Attraverso questi contatti sappiamo dove dirigere gli aiuti».

VARESINI GIA’ IN PRIMA LINEA PER FORNIRE GLI AIUTI, UCRAINI PRONTI A RACCOGLIERLI E PORTARLI A DESTINAZIONE

Come sempre, la generosità italiana e varesina non si fa attendere: il telefono di Halina squilla in continuazione per le offerte di aiuto e le richieste di informazioni.

Nella sede però non ci sono mai meno di una decina di persone, tutte di nazionalità ucraina, impegnate a fare scatoloni dei sacchi di prodotti che arrivano. Vestiti, coperte, pannolini per i bimbi, alimentari, giochi: arriva un po’ di tutto e un po’ di tutto si inscatola, anche se quello che servirebbe di più sono medicinali.

In via maspero a Varese nell’associazione di Ucraini che sta organizzando gli aiuti
Pavlo

«Noi compriamo quello che possiamo in farmacia per spedirlo su – spiega Pavlo, uno dei volontari, che vive e lavora da tanti anni qui a Brunello – Ma sono medicinali da banco, e in Ucraina serve molto di più. Intanto però cominciamo da questi».

«Gli italiani sono sempre meravigliosi – continua –  quando sono andato a comprare un po’ di medicine nella farmacia vicino a casa da mettere nei pacchi, mi hanno fatto uno sconto enorme. Ho creato una chat di persone che conosco per raccogliere aiuti, dandomi disponibile per andare a ritirare i pacchi, e sono giorni che non faccio che girare a ritirare roba. Una chat dove la maggior parte della gente è italiana».

TANTE STORIE DI PASSAGGIO IN VIA MASPERO

Nella sede del CVV, in questi giorni destinata all’emergenza, arrivano anche persone che rappresentano, ognuna di loro, una storia: come il ragazzo italiano che si informa su come può fare per andare al confine dell’Ucraina ad aiutare.

Ma c’è anche il giovane ucraino di ritorno dal confine, dove è andato per portare in salvo la sua ragazza, ma che – dopo averle dato riparo qui – è già pronto per ripartire, per andare in aiuto di chi è rimasto: «Porterò medicinali, perchè è quello che posso fare – spiega Maxim, 22 anni, che in Italia vive a Brunello, ed è figlio di Pavlo – L’Ucraina è casa mia: lavoro li, ho casa li, farò di tutto per rimanerci». Maxim, che ha vissuto a Brunello per tanti anni, è diventato qui geometra e ora è un giovane imprenditore nell’edilizia. «Quando ho saputo della guerra, alle sei di mattina, stavo per vestirmi e partire – spiega – Poi ho deciso di far prevalere la ragione, e mi sono organizzato prima di partire a riprendere la mia ragazza. Mi sono fermato alla frontiera con la Polonia, ci eravamo messi d’accordo per trovarci lì. Le sirene si sentivano fin dalla dogana, e c’era una fila di trenta chilometri di auto che cercavano di uscire. Non si può nemmeno dire, cosa ho visto».

In via maspero a Varese nell’associazione di Ucraini che sta organizzando gli aiuti
Maxim con Cristina, la sua ragazza, che ha portato qui dall’Ucraina

Tra i volontari più impegnati c’è invece Lidia, che continua senza fermarsi a fare pacchetti: «Sono in Italia da 20 anni. In Ucraina ci sono tutti i miei parenti: figli, nipoti, fratelli, mie sorelle – spiega commossa – Siamo disperati: prima nessun paese sapeva che la Russia stava facendo la guerra. Pensavano facessero “manovre” ma la Russia faceva la guerra, da otto anni. Da noi sono morti 17mila soldati. Ragazzini di 16, 17, 18 anni. Appena sposati, appena diventati padri, andavano in guerra e non tornavano più. Noi chiediamo a tutto il mondo: vogliamo la pace. Chiediamo in ginocchio al mondo: aiutateci, siamo Ucraini e siamo orgogliosi della nostra patria. Ringrazio gli italiani che ci stanno aiutando tantissimo».

In via maspero a Varese nell’associazione di Ucraini che sta organizzando gli aiuti
Lidia

A metà mattina arrivano anche Marina e Emma, una giovane mamma e sua figlia seienne, in Italia da Ieri: «Siamo venute qui perchè abbiamo dei parenti ad Arcisate – Spiega Marina, funzionario in associazioni governative del suo Paese, in un buon italiano, alimentato durante le vacanze che ama fare nel nostro paese – Mio marito è rimasto in Ucraina, ci ha detto lui di venire. Lui non può, e non vuole, lasciare il paese. Ad Emma ho cominciato col dirle che siamo qui in vacanza, poi quando siamo arrivati le ho spiegato che c’è qualche difficoltà a casa, ma voglio tenerla protetta il più possibile. Anche perchè io spero di poter tornare a casa al più presto: lì ho mio marito, suo padre, il mio lavoro e la mia carriera, la mia casa. Non posso pensare di perdere tutto questo».

In via maspero a Varese nell’associazione di Ucraini che sta organizzando gli aiuti
Marina ed Emma

Marina, che stava lavorano nell’est dell’Ucraina quando è scoppiata la guerra, è tornata a casa in fretta e furia, nell’estremo ovest, facendo 28 ore di viaggio in pullman perchè non è stata in grado di prendere il treno. Ha raggiunto sua figlia, ha preso il minimo indispensabile, l’ha messo in una borsa ed ha raggiunto la frontiera rumena. «Dall’altra parte della dogana erano tutti gentilissimi: ci hanno dato viveri, dolci per i bimbi. Una donna ha pagato il bus per milano a me, Emma e altre sei persone: circa mille euro. le sarò sempre grata». Ora la loro vita è sospesa qui: «Emma ha solo il suo zainetto e due bambole tra le piu leggere» però è insieme ai suoi cugini, che sono qui dal 2009, ed è relativamente serena. «Io invece voglio aiutare il più possibile, per quello che posso fare, da qui. Non potrei stare ferma»

In via maspero a Varese nell’associazione di Ucraini che sta organizzando gli aiuti
Marina con sua nipote Anastasia, che vive ad Arcisate

CON IL COMUNE DI VARESE PER ORGANIZZARSI PER IL FUTURO

Anche l’assessore ai servizi sociali di Varese è passato a vedere la situazione, e a parlare del futuro con i volontari dell’associazione: «In questi giorni stiamo cercando di organizzare l’accoglienza – spiega Roberto Molinari – Non ci sono ancora indicazioni precise da parte del ministero ma in previsione abbiamo convocato le associazioni, la disponibilità per dare accoglienza ai profughi e quello che serve. Poi il ministero darà informazioni, ma intanto ci organizziamo per il supporto».

In via maspero a Varese nell’associazione di Ucraini che sta organizzando gli aiuti
Roberto Molinari con Halina Bizhyk

COSA E’ NECESSARIO E QUANDO PORTARLO

Come si diceva, non c’è nulla che venga rifiutato: ovviamente, il buon senso vuole che non si regalino alimentari a scadenza breve, ma alimentari in scatola, vestiti e accessori, coperte sono benvenuti.

Sono richiesti anche intimo termico, sacchi a pelo, scarpe, accessori per bambini come biberon, pannolini, ciucci, prodotti per l’igiene personale oltre a lanterne, batterie, generatori.

Richiesti in particolare anche alcuni dispositivi medici e medicinali. Qui una prima lista delle richieste: Lacci emostatici, bende sterili larghe e strette, bendaggio elastico, cerotto battericida e cerotto in rotolo, cotone idrofilo, tamponi di cotone, tamponi di garza, siringhe, forbici e pinzette mediche, antisettico per il lavaggio delle ferite (perossido di idrogeno, soluzione di clorexidina o altro), mascherine chirurgiche, guanti in lattice, unguento levomicolo o streptosil, diclofenac o altri unguenti per le botte e distorsioni; unguento all’idrocortisone (o spray pantenolo) – per scottature solari o reazioni cutanee allergiche; paracetamolo, antiinflamatori e analgesici vari, amoxicillina, doxiciclina e antibiiotici ad ampio spettro, sedativi, farmaci anticolica e anti spasmi, antistaminici, nitroglicerina in pillole per il cuore, Lidocaina in fiale – per l’anestesia locale quando si aprono ascessi, IbuprofeneOki Tachipirina.

Il riferimento e il punto di raccolta è a Varese, in via Maspero 20, presso l’associazione ” Anna – Sofia” nei locali del CVV – Centro Volontariato Varese: gli orari, in questi giorni di emergenza, sono dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12 e dalle 14 alle 18.

Per informazioni, il telefono è  il 349 750 89 72, la pagina facebook dell’associazione è: facebook.com/annasofiavarese

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 01 Marzo 2022
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