Sberle e schiaffi a Gallarate, “aggredita per aver dato la precedenza a un pedone”
L’episodio è avvenuto lunedì in via Marsala, all’incrocio con il Sempione: Tania racconta la paura per le botte rimediate per una incomprensione stradale

Prima gli insulti, poi l’intimidazione, uno spintone, infine l’aggressione vera e propria: Tania ricorda ancora con paura il pomeriggio di lunedì, quando da un banale diverbio stradale in via Marsala a Gallarate è uscita con graffi e naso che colava sangue. Dopo esser stata colpita dall’autista di un furgone che ha incrociato per sua sfortuna.
«Quando sono risalita in auto oggi – racconta – ho avvertito ancora la paura, come se avessi fatto un incidente». E invece la sua colpa è stata fermarsi per dare la precedenza a un pedone.
È successo, dicevamo, all’incrocio tra via Marsala e il Sempione. «Io arrivavo dal centro e dovevo svoltare verso via Marsala, lui veniva in senso opposto, da Casorate: io ho svoltato a sinistra e mi sono fermata per far attraversare una persona a piedi». Con l’incrocio ancora occupato l’autista del furgone si è dovuto fermare e ha iniziato a suonare e inveire. «Io all’inizio ho fatto cenno solo con la mano, a quel punto mi ha insultato a gesti e anche io ho risposto, non lo nego».
Fin qui, se si vuole, un “normale” diverbio stradale, censurabile ma non certo insolito. Diverso quel che è successo dopo: «Lui è sceso, si è avvicinato e ha iniziato a urlarmi in faccia a pochi centimetri. Io l’ho allontanato con una mano, a quel punto mi ha spinto contro l’auto e poi mi ha colpito».
«Quattro o cinque sberloni» è quel che ricorda Tania, in un momento che fa fatica a ricostruire in modo preciso, da quando il diverbio si è trasformato in contatto fisico. «Mia figlia di dieci anni urlava dicendo che doveva lasciare stare la sua mamma. Anche l’autista del furgone era con un ragazzino, il figlio: autista ha giustificato l’aggressione dicendo che l’avevo insultato».
Che si sia andati ben oltre un semplice litigio lo conferma l’immediato intervento anche di alcune persone che erano in zona (in particolare un esercente con negozio lì vicino) e che sono intervenute per fermare il contatto e soccorrere la ragazza. «È passata poi un’auto della Finanza che si è fermata d’urgenza, dopo sono arrivati i carabinieri e la Polizia Locale» continua Tania.
Tania è arrivata in ospedale intorno alle 16: ha riportato una prognosi inferiore ai venti giorni e dunque la denuncia è a querela di parte. Tania è assistita ora dall’avvocato Pietro Romano: «Nel referto si parla di ecchimosi, graffi sul petto e contusioni: non si è trattato di una semplice sberla, ma di una vera aggressione» spiega l’avvocato.
«In ospedale poi me lo sono visto arrivare anche lui in ambulanza», la seconda intervenuta sul posto, circa mezz’ora dopo, come dicevamo nell’articolo di lunedì. «Diceva che non sentiva da un orecchio perché aveva ricevuto uno sberlone. Mia figlia è molto spaventata ancora adesso, dice di avere paura. È stata anche lei visitata dalla pediatra, perché piangeva, è andata avanti per tutto il pomeriggio».
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Son sempre più convinto che in questo paese arriveremo in tempi brevissimi al tutti contro tutti….a quel punto vincerà chi si armerà per tempo.
Complice in tutto questo una giustizia per nulla efficiente ed una certezza della pena effimera….nonchè il trascinamento di problemi atavici e decennali a cui nessuno vuol porre rimedio per paura di perdere consenso e voti.