Come si cambia (o non si cambia) un insegnante di sostegno
La preoccupazione della mamma di una bimba con disabilità cui viene cambiata senza preavviso e senza passaggio di consegne l'insegnante di sostegno

Dopo essersi rivolta alla Scuola e all’Ufficio scolastico territoriale di Varese senza ottenere risposta*, la mamma di una bambina con disabilità racconta a VareseNews la sua preoccupazione per come sia avvenuto all’improvviso, dall’oggi al domani, il cambio dell’insegnante di sostegno a scuola senza un periodo di osservazione, senza preparare la bambina, senza considerare la relazione educativa in essere e quella da costruire. Come fosse un lavoro qualsiasi, “come fosse solo una pratica da sbrigare – scrive – Ma i bambini con disabilità non sono procedure: hanno affetti ed emozioni, e soprattutto hanno bisogno di stabilità e continuità nell’apprendimento”.
Di seguito la lettera per esteso.
Sono la mamma di una bambina disabile che riceve sostegno. Tutto andava benissimo con la maestra di sostegno, molto professionale. All’improvviso ho ricevuto una telefonata dalla maestra di sostegno che e stata avvisata che l’indomani sarebbe stato il suo ultimo giorno. Poi in classe ci sarà un’altra maestra al suo posto. Sono arrabbiata perché nessuno sembra aver pensato a mia figlia in questo avvicendamento.
Capisco benissimo che non tutti insegnanti sono permanenti (in questo caso non sapevamo la nostra insegnante fosse lì per una sostituzione di maternità – altro errore della scuola), però un cambiamento così all’improvviso è inaccettabile, soprattutto per alunni con disabilità.
Mi aspetterei professionalità in questi passaggi delicati, gestiti con il tempo necessario e gradualità. Mi aspetterei che la nuova maestra entrasse prima per affiancare la collega, osservare l’alunna, per conoscerla e capirne capacità e fragilità, dando anche alla bambina la possibilità di conoscerla, di capire cosa succede e di abituarsi alla nuova maestra.La mia bambina è già molto triste e dispiaciuta. Psicologicamente questo stato d’animo non fa bene a nessuno.
Ho scritto alla direzione della scuola, e anche all’Ufficio scolastico territoriale di Varese. Sembra che a nessuno importi, non hanno nessuna idea cosa significhi avere una persona disabile e come sia difficile aiutarla.
Però vorrei essere ascoltata, il sostegno si fa pensando innanzi tutto al bene dei bambini.Gli insegnanti cambiano, certo, ma non va bene che l’avvicendamento avvenga dall’oggi al domani a tre mesi dalla fine della scuola e senza alcuna riflessione o attenzione al benessere della bambina.
Non si tratta solo di una procedura da sbrigare, ma di cambiare la figura scolastica di riferimento di un bambino in difficoltà: bisogna affrontare il passaggio riflettendoci sopra, usare la testa e non limitarsi a eseguire correttamente la procedura sulla carta.I bambini con disabilità non sono procedure: hanno affetti ed emozioni, e soprattutto hanno bisogno di stabilità e continuità nell’apprendimento.
Lettera firmata
*AGGIORNAMENTO: “La direzione della scuola mi ha contattato e spiegato la situazione, non ideale – ci scrive la mamma – Proveranno a fare il cambio un po’ più soft. Peccato che in Italia la gestione dei sostegni è ancora molto burocratica, a discapito degli alunni”
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