5300 abiti di Elena Mirò per le donne protette nelle case rifugio grazie ad Eva Onlus e a Jo Squillo
Il progetto "Beautiful, Powerful" raccontato a Busto Arsizio dalla cantante, ospite dell'amministrazione comunale

Anche un abito nuovo può essere utile a restituire dignità a una donna che ha subito violenza. Ne è convinta Jo Squillo, la nota cantante da sempre impegnata per la difesa dei diritti delle donne, ideatrice, tra gli altri, del progetto “Wall of Dolls”, che non consiste solo nelle installazioni diffuse in tante città italiane per sensibilizzare sulla necessità di sostenere le vittime di violenza, ma è anche un’associazione che aiuta economicamente e psicologicamente le donne, fornendo loro assistenza medica e legale e occasioni di reinserimento sociale.
Oggi (giovedì 7 aprile) la cantante era a Busto Arsizio ed è stata accolta in Comune dal sindaco Emanuele Antonelli e dall’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni per consolidare la collaborazione con il centro antiviolenza cittadino Eva onlus: grazie al suo ultimo progetto, “Beautiful, Powerful” l’associazione donerà 5.300 capi del brand Elena Mirò alle donne ospiti delle case rifugio e alcuni saranno destinati alle donne seguite da Eva onlus.
«Un abito nuovo può davvero essere un primo passo per la ricostruzione dell’identità e della dignità perdute da queste donne – ha detto la cantante -. Con l’associazione cerchiamo di fare ciò che ci sembra giusto per supportarle, con tante iniziative, eventi, pubblicazioni, e anche, come in questo caso, grazie ad Elena Mirò, azienda di qualità anche dal punto di vista etico, attraverso la bellezza. E’ sempre più urgente dar voce alla necessità di un cambiamento culturale e lavorare insieme per far fronte alle tante ingiustizie che continuano a persistere nella nostra società. Oggi ho visitato la sede di Eva onlus, una realtà che fa davvero molto: grazie anche al Comune perché non è facile trovare amministrazioni non solo sensibili, ma anche attive, l’importante è agire, grazie di averlo capito».
«Ringrazio Jo Squillo e Eva onlus: oltre ai bisogni primari le vittime hanno bisogno di ricostruirsi una vita, cosa che passa anche attraverso il miglioramento dell’autostima: in questo caso la moda e la bellezza sposano la fragilità e rendono queste donne più forti per affrontare e superare le loro difficoltà», ha affermato Paola Reguzzoni, che proprio in questi giorni ha promosso l’approvazione degli stanziamenti a favore del centro antiviolenza. In vista anche un progetto per la trasformazione dell’ex oratorio di Sacconago, grazie ai fondi del PNRR, in una struttura che possa accogliere le donne che cercano di ricostruirsi una vita.
E non si tratta solo di sentirsi più belle, spesso queste donne non hanno vestiti da indossare. Lo hanno hanno spiegato Elisabetta Marca e Cinzia di Pilla di Eva onlus, che solo nel 2021 ha collocato 17 donne nelle case rifugio: «Quando vengono allontanate o fuggono dal loro contesto non sempre riescono a portare con sé gli effetti personali e neppure possono uscire dalle case rifugio per comparsi il necessario, c’è quindi un grande bisogno di abiti che è poi il bisogno di recuperare la dignità perduta».
Il sindaco Antonelli ha ricordato che anche a Busto esiste un muro, «che tutti rispettano», dedicato alle donne vittime di violenza, che riporta, oltre ad opere d’arte sul tema della violenza, il numero del centro antiviolenza 334 536 9630: «Ha permesso a tante donne di chiedere aiuto a Eva, un’eccellenza del territorio sempre in prima linea contro la violenza, un orgoglio per Busto che l’Amministrazione continuerà a sostenere».
Antonelli ha omaggiato l’ospite con una medaglia, in segno di ringraziamento per l’impegno e la capacità di creare sinergie a difesa delle donne più fragili.
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