Addio a Sandro Laudi, “Ci ha lasciato in eredità una grande serenità d’animo”
La chiesa di Sant'Ambrogio a Giubiano, malgrado fosse tornata alla capienza precovid, non ha potuto contenere tutti coloro che si sono recati a dare l’ultimo saluto al patron della Giuliani e Laudi
La chiesa di Sant’Ambrogio a Giubiano, malgrado fosse tornata alla capienza precovid, non ha potuto contenere tutti coloro che si sono recati a dare l’ultimo saluto a Sandro Laudi, patron della Giuliani e Laudi.
Larghissima la rappresentanza dei lavoratori della storica azienda, ora Autolinee Varesine, che si potevano riconoscere dalla caratteristica giacchetta blu, e di rappresentanti dell’imprenditoria, dello sport e delle istituzioni. Ma non mancavano anche i giubianesi, nella cui zona la famiglia ha vissuto e vive e ha fatto fiorire le sue attività, una rappresentanza – il sindaco Emilio Magni e parroco, don Giuseppe – del comune di Cazzago Brabbia, dove è nato e di cui si è a lungo occupato (è stato sindaco negli anni ’60 ndr) e il sindaco e l’assessore ai trasporti di Varese, Davide Galimberti e Andrea Civati.
«Questa chiesa non riesce a contenere chi è voluto venire a portare conforto – ha esordito don Marco Casale, parroco della comunità pastorale Don Gnocchi, nella predica – In questo momento di ultimo saluto ma anche di raccolta del testimone, quello in cui si prende il suo impegno e lo si porta avanti».
Un testimone impegnativo per chi resta, visto che Sandro Laudi è stato «Un uomo pacato, generoso, capace di equilibrio e di assumersi responsabilità, con attenzione alle persone e una dedizione profonda».
Laudi lascia 4 figli 9 nipoti: «Un uomo che ha molto amato la famiglia, vogliamo raccogliere eredità della sua serenità. Lavoro è responsabilità non sempre si accompagnano a serenità d’animo, ci vuole passione e dedizione».
Di Laudi sono state ricordate anche le sue più grandi passioni, la musica e le montagne: «Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio e nessuno le toccherà – ha ricordato don Marco – Nella casa del Signore non c’è più lutto, lamento, affanno ma conforto e pace», invitando i presenti a «Raccogliere l’eredità anche del suo sorriso, mai mancato fino all’ultimo: segno della sua importante capacità di guardare oltre».
I concelebranti sul pulpito con don Marco hanno innanzitutto testimoniato la loro presenza: don Giuseppe come parroco della “sua” Cazzago e don Christian, figlio di uno dei suoi dipendenti.
«Mi ha colpito un ricordo di Laudi – conclude don Marco – “Il dottor Laudi era la classe l’eleganza, la professionalità, l’intelligenza e non mancava mai ottimismo verso il futuro”: parole di apprezzamento di chi ha riconosciuto in lui più di un datore di lavoro. Ora la sua Eredità è consegnata a chi può raccoglierla, perché dia i frutti sperati».
Alle 10 precise, proprio all’inizio dei funerali, tutti i bus di Autolinee Varesine in servizio di linea si sono fermati per un minuto, in segno di lutto e di rispetto.
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