Condanna per i disordini al Consiglio per Liliana Segre, il sindaco di Varese: “Grazie a chi difende la democrazia”
Il sindaco di Varese Davide Galimberti commenta la notizia della condanna in primo grado ad Alessandro Limido, capo della formazione neonazista varesina Do.Ra.
“Tutti, a Varese, ricordano la sera del 4 novembre 2019, quando la città si raccolse intorno al Consiglio comunale, che, all’unanimità, votò il conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre“. Con queste parole il sindaco di Varese Davide Galimberti commenta la notizia della condanna in primo grado ad Alessandro Limido, capo della formazione neonazista varesina Do.Ra. (comunità militante dei 12 raggi) per le offese pronunciate quella sera alla polizia e al vice questore di Varese Leopoldo Testa.
Galimberti ricorda: “Quella sera è stata certamente una delle sedute consiliari più partecipate e più emozionanti nella storia del nostro Comune. Il Salone estense, già gremito di folla prima ancora dell’inizio della seduta, non riuscì a contenere le cittadine e i cittadini, che si ammassarono nel porticato del Palazzo. Gli interventi di tutte le forze politiche, della maggioranza e dell’opposizione, furono alti, appassionati e scanditi dalle approvazioni del pubblico. Dopo la votazione, un lungo e caloroso applauso sugellò la proposta del Consigliere Enzo Laforgia. E poi, gli abbracci tra i consiglieri, le strette di mano e la gioia e la contentezza di un’intera città. In quella sera memorabile, passò del tutto inosservato il tentativo di uno sparuto gruppetto di provocatori, che avrebbero voluto disturbare quel momento solenne. Le forze dell’ordine, che presidiarono il Palazzo comunale, il luogo in cui si esercita la democrazia con gli strumenti della legge e della ragione, dovettero subire gli insulti di colori i quali evidentemente si sentivano a disagio di fronte a quella appassionata dimostrazione di virtù civiche. Oggi apprendiamo che chi reagì furiosamente ingiuriando un dirigente della Polizia di Stato è stato condannato. Non gioiamo per questo. Ma esprimiamo ancora una volta il nostro ringraziando a chi, ieri come oggi, è impegnato a difendere i valori di civiltà e di democrazia del nostro Paese”.
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