Pos obbligatorio, i tabaccai chiedono l’esonero: “Così lavoriamo in perdita”
I negozianti che vendono prodotti e valori a ricavo fisso, dovendo pagare la commissione alla banca, in molti casi perdono soldi
Da oggi, giovedì 30 giugno, scatta l’obbligo dei Pos. Per i commercianti, i professionisti e gli artigiani che non consentiranno i pagamenti ai loro clienti con bancomat e carte di credito è prevista una sanzione. L’obbligo che scatta è accompagnato da una ammenda fissa di 30 euro, a cui se ne aggiunge una variabile: il 4% dell’importo del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Un esempio: in caso di rifiuto di un pagamento di 200 euro con il Pos, il commerciante (o anche il professionista o l’artigiano) dovrà pagare un totale di 38 euro (30 euro di ammenda fissa e 8 di quella variabile).
LE RAGIONI DEI TABACCAI
Alcune associazioni di settore chiedono di esserne esonerate. Una di queste è Assotabaccai. In effetti per quei negozianti, come appunto i tabaccai, che vendono prodotti ad aggio o a ricavo fisso, il provvedimento che rende obbligatorio il pagamento con il Pos in molti casi è penalizzante. «Per chi come noi vende prodotti ad aggio non c’è marginalità – dice Claudio Savio della tabaccheria San Martino di Varese – È una questione complessa ma qualche esempio può chiarire il concetto. La nostra tabaccheria è vicina al tribunale e quando vendo una marca da bollo del valore di 19 euro e 92 centesimi, per avere un certificato del casellario giudiziario, il mio guadagno è di 5 centesimi. Ma nel momento in cui su quella transazione devo pagare la commissione del Pos, che è di 20 centesimi, vado in perdita di 15 centesimi. E non sarebbe nemmeno corretto trasferire quella perdita sui prodotti che non sono a ricavo fisso».
Una delegazione dell’associazione di categoria è stata ricevuta in videoconferenza dal sottosegretario di Stato al Mef Federico Freni. Assotabaccai ha posto l’attenzione sull’aumento dei costi derivanti dall’introduzione dell’obbligo della moneta elettronica per i rivenditori dei generi di monopolio, in considerazione dell’esigua marginalità di cui vivono queste imprese. (Fonte Assotabaccai)
«Noi ci aspetteremmo – conclude Savio – che si valutasse la questione in base alla categoria e ai prodotti che si vendono. Meglio ancora sarebbe se le banche finalmente eliminassero quella commissione».
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Già…Tabaccai a parte, come lo generiamo (e lo gestiamo) il nero?