Gli spari per strada a Cantello e l’ultimo viaggio verso la ex: cronaca di un pomeriggio di sangue

L’arma con cui Salvatore Stefano Solazzo ha sparato al rivale in amore era detenuta legalmente. Entrambi gli uomini risultano incensutrati

carabinieri

Che fosse un appuntamento o un incontro casuale con relativo inseguimento, i carabinieri del nucleo investigativo di Varese coordinati dal colonnello Gianluca Piasentin, lo devono ancora scoprire: occorrerà capire l’eventuale messaggistica fra Daniele Morello, raggiunto sulla strada della Valsorda a Cantello da un colpo d’arma da fuoco e il suo assassino, Salvatore Stefano Solazzo.

Tabulati e tracce informatiche lasciate dalle auto sotto i varchi dei controllo targhe, eventuali acquisti e celle telefoniche. Accertamenti probabilmente richiesti, e condotti dagli uomini agli ordini del capitano Chiara Crupi, alla guida della compagnia di Varese. La procura del capoluogo, pm Massimo Politi, ha disposto l’autopsia sulla vittima trovata in territorio italiano sulla via Varese nel tardo pomeriggio di lunedì: un suv con targa svizzera e la portiera ancora aperta, con il corpo rimasto esanime sulla strada, a terra, assieme a due bossoli di arma corta, una semiautomatica, che contenevano una delle due ogive che non ha asciato scampo a Morello: un colpo va a vuoto, il secondo lo colpisce all’altezza della spalla, vicino al collo e probabilmente apre la via ad una emorragia incontenibile.

Non ci sono testimoni al fatto, solo automobilisti che pochi istanti dopo hanno visto il cadavere e hanno dato l’allarme. La vittima è cittadino italiano e residente a Stabio, Canton Ticino, dove lavorava in una ditta di autotrasporti e aveva 47 anni. A quel punto lo sparatore, probabilmente dopo aver messo a segno il suo disegno di rivalsa verso il nuovo compagno della sua ex entra in Svizzera, ancora armato.

Qui probabilmente è sicuro di trovare la ex al lavoro, alle Terme di Stabio. Entra nell’edificio – sono circa le 19 – e fa fuoco: la donna, 45 anni, si salva per miracolo ma viene trasportata in gravi condizioni all’ospedale di Lugano. A quel punto Salvatore Stefano Solazzo, operaio di 51 anni residente in un comune poco fuori Varese entra nella sua auto parcheggiata poco distante dalle terme e si spara con l’arma, una semi automatica calibro 7,65 che da un primo controllo deteneva legalmente.

I carabinieri già nella serata di ieri hanno eseguito accertamenti nell’appartamento dell’uomo apparentemente senza trovare nulla di utile alle indagini, che portano comunque ad un quadro investigativo che di fronte alla “morte del reo” non identificano alcun prosieguo nell’unico caso possibile, e che è escluso, ossia la presenza di un complice. Entrambi gli uomini deceduti risultano incensurati. La signora rimasta ferita è tuttora ricoverata e verrà probabilmente sentita dalle autorità svizzere per la ricostruzione del quadro complessivo, e per comprendere appieno cosa ha spinto ad una azione così efferata.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Luglio 2022
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