Processo Molina il pm chiede 7 anni per Christian Campiotti e 6 per Lorenzo Airoldi
Il processo vuole far luce sulla sottoscrizione da parte di Fondazione Molina di due prestiti obbligazionari accesi con Rete55 Evolution spa per 450 mila euro (obbligazioni convertibili) e con Mata spa per 500 mila euro (di natura ipotecaria)

«Christian Campiotti era un incaricato di pubblico servizio e stava utilizzando soldi della Fondazione Molina che avrebbe dovuto utilizzare per garantire un servizio pubblico».
Sono le conclusioni del pubblico ministero Lorenzo Dalla Palma che ha aperto l’udienza finale del processo Molina che vede imputati Christian Campiotti e il manager Lorenzo Airoldi per l’accusa rispettivamente di peculato e concorso in peculato.
Il processo vuole far luce sulla sottoscrizione da parte di Fondazione Molina di due prestiti obbligazionari accesi con Rete55 Evolution spa per 450 mila euro (obbligazioni convertibili) e con Mata spa per 500 mila euro (di natura ipotecaria).
I fatti contestati risalgono a 7 anni fa, tra il dicembre 2015 e il gennaio 2016 quando i prestiti vennero accesi. Il pubblico ministero ha chiesto 7 anni di reclusione per Campiotti e 6 per Airoldi.
La parola alle difese
Dopo la richiesta della parte civile che si associa all’accusa richiedendo alla corte una provvisionale anche simbolica, e rimandando una quantificazione del danno in sede di processo civile, la parola è passata alle difese che hanno chiesto l’assoluzione dei due imputati.
Di “vendetta politica” ha parlato il difensore di Campiotti Pietro Romano, sostenendo la natura privatistica dell’ente Fondazione Molina e la liceità degli investimenti. Il difensore di Airoldi Stefano Bruno ha parlato dell’operazione attivata da Rete55 per il reperimento di fondi come una “scelta illuminata” sfumata tuttavia dopo l’inchiesta della finanza che ha fatto “scappare” i cinesi.
La sentenza, nel primo pomeriggio, è stata di assoluzione per i due imputati. (leggi qui)
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