Fa ancora caldo, il Comune di Varese posticipa al 31 ottobre l’accensione dei caloriferi
Dal posticipo sono esentati ospedali, cliniche, scuole materne e nidi, case di cura e ricovero per anziani e minori, nonché per le strutture protette. Il sindaco Galimberti: “Scelta ecologica”

Slitta di nove giorni l’accensione dei riscaldamenti nelle abitazioni private a Varese. La persistente condizione meteo caratterizzata da alte temperature, insolite per la stagione ha spinto l’amministrazione Galimberti a posticipare. Le giornate di caldo anomalo dunque, oltre alla situazione legata alla crisi energetica e all’aumento dei costi di gas ed elettricità, hanno indotto oggi il sindaco Davide Galimberti a firmare l’ordinanza per la riduzione del periodo di esercizio degli impianti termici a combustione a uso riscaldamento posticipandone l’accensione al 31 ottobre. Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha emanato un provvedimento del genere ma valido solo fino al 29 ottobre.
La decisione anche in ragione delle previsioni del Centro geofisico che per i prossimi giorni, nonostante qualche precipitazione, non mostrano cambiamenti significativi nelle temperature che rimarranno comunque al di sopra della media stagionale.
Un provvedimento dunque, in continuità con il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, che prevede, al fine dell’abbattimento dei consumi di gas naturale, l’introduzione di limiti di temperatura, di ore giornaliere di accensione, e di durata del periodo di riscaldamento. L’ordinanza firmata dal sindaco di Varese ha però anche una forte valenza ambientale perché gli impianti termici a uso civile costituiscono una rilevante fonte di emissioni di inquinanti. In queste condizioni di caldo anomalo dunque, l’iniziativa è anche una formula di tutela ambientale e di attenzione alle qualità dell’aria di Varese.
Il posticipo dell’accensione degli impianti di riscaldamento non è previsto per ospedali, cliniche, case di cura e ricovero per azioni e minori, nonché per le strutture protette per l’assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali. Esentate anche scuole materne, asili nido oltre a piscine, saune ed edifici adibiti ad attività industriali e artigianali, nei casi in cui ostino esigenze tecnologiche o di produzione.
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