Medici di base a Castellanza, entro fine anno metà popolazione rischia di rimanere senza
Tre medici sono andati in pensione e altri due lo faranno presto. L'incontro tra amministrazione comunale e Ats Insubria non ha prodotto i risultati sperati e il Pd va all'attacco del governo regionale
Anche a Castellanza si pone il problema dei medici di base mancanti con il conseguente rischio di ritrovarsi, entro la fine dell’anno, con metà della popolazione cittadina senza un medico di famiglia. Il tema è al centro delle interlocuzioni tra Ats Insubria e l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Mirella Cerini. Proprio settimana scorsa, infatti, si è tenuto un incontro (al quale ha partecipato anche l’Asst Valle Olona che dovrà prendere in mano il problema scottante prossimamente, ndr) per fare il punto della situazione.
«Attualmente abbiamo tre medici che sono andati in pensione e per i quali Ats sta cercando di coprire le posizioni con sostituti – spiega l’assessore ai Servizi Sociali Cristina Borroni -, altri due cesseranno l’attività entro fine anno e a quel punto avremo circa 7 mila castellanzesi senza medico di base, la metà della popolazione residente».
Al problema della carenza dei medici si aggiunge anche quello delle strutture. Con la casa di comunità ancora di là da venire (va ristrutturata la sede del centro audiofonologico), la Regione deve dare delle risposte immediate e risolutive, perché l’ambulatorio temporaneo USCA istituito in Via Roma non può essere la soluzione di tutto: riuscire a prendere la linea anche solo per richiedere una prescrizione di farmaci è difficoltoso, figuriamoci le visite mediche. Nel frattempo, il servizio CUP organizzato da tempo dall’Amministrazione Comunale, sta scoppiando per le massicce richieste alle quali il personale addetto e la volontaria non sono in grado di dare risposte immediate data la mole di lavoro.
Una soluzione parziale al problema potrebbe arrivare, almeno temporaneamente, dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale. Il segretario provinciale Daniele Ponti ha preannunciato che a Castellanza e a Saronno verranno organizzati ambulatori temporanei con medici che volontariamente regaleranno un’ora di lavoro per garantire chi rimarrà senza medico curante.
Sulla questione interviene il Pd cittadino con il segretario Alberto Dell’Acqua, annunciando una raccolta firme: «Avendo constatato che anche gli estremi tentativi portati avanti dall’Amministrazione comunale di trovare una soluzione a questo cataclisma sociale non ha trovato interlocutori pronti ad affrontare la situazione nelle aziende sanitarie territoriali, abbiamo deciso come Circolo PD di Castellanza di promuovere una raccolta firme sul territorio della nostra città. È un atto necessario, arrivati a questo punto, per rivedere garantito il diritto costituzionale all’assistenza medica, soprattutto per coloro che versano in condizioni di fragilità cronica, che essa sia fisica o psicologica, perché quello che sta accadendo è vergognoso per una Regione che si è sempre vantata sulla sua, presunta vien da dire, superiorità sanitaria».
La carenza dei medici di base sta diventando insostenibile: «Se non avere da un giorno all’altro un medico di base ha lasciato i cittadini – senza particolari patologie – perplessi e preoccupati, non possiamo ignorare il senso di angoscia dei disabili e dei malati cronici, anziani e non, nonché delle famiglie che se ne prendono cura. Spesso questi soggetti necessitano di visite urgenti a domicilio, in quanto persino il trasporto in Pronto Soccorso presenta difficoltà. I responsabili della Sanità locale avrebbero dovuto sentire il dovere professionale e morale di fare in modo che i medici pensionandi avvertissero per tempo almeno queste categorie, in modo da consentire loro un cambio medico in tempi anticipati, prima che la situazione precipitasse» – aggiungono i Dem.
La colpa va ricercata nel sistema regionale e nella sua governance: «Ci sentiamo in dovere di rimarcare il disagio che molti nostri concittadini vivono e vivranno, così come sta accadendo e accadrà in tutta la Regione. Una situazione questa che è figlia di una politica regionale sanitaria che non scopriamo solo oggi essere deficitaria e incapace di gestire problemi ed emergenze: nessuno può e deve dimenticare la confusione e la superficialità con cui è stata affrontata l’emergenza pandemica. La situazione in cui ci ritroviamo, soli ad affrontare questa enorme problematica, è indecente».
Il commento del Consigliere Regionale Samuele Astuti sulla situazione: «È vero che la carenza di personale sanitario è un problema nazionale ma in Lombardia la situazione è più grave che da altre parti del Paese. Il centro-destra lombardo non ci ha mai dato ascolto sul potenziamento della medicina territoriale, con i risultati che vediamo. Negli ultimi 5 anni abbiamo proposto in continuazione emendamenti per stanziare fondi destinati a borse di studio per i giovani studenti di medicina, puntualmente bocciati dalla maggioranza. La proposta che avanziamo per arginare il problema delle carenze nel personale sanitario è che siano le ASST ad occuparsi direttamente delle assunzioni, avendo più dimestichezza con le esigenze territoriali».
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