Stop al progetto Brera all’ex Isotta Fraschini di Saronno? “Impossibile dialogare con l’amministrazione Airoldi”

Non è un quadro sereno quello descritto da Giuseppe Gorla, amministratore delegato di Saronno – Città dei Beni Comuni, intervistato da Radiorizzonti in Blu sul futuro del progetto di rigenerazione urbana in corso nell'ex area industriale di 120 mila metri quadrati presente alle spalle della stazione centrale

Generico 31 Oct 2022

Progetto Brera in stallo e una difficoltà cronica ad avere un dialogo proficuo e collaborativo con l’amministrazione comunale di Saronno. È il quadro che emerge dalle parole di Giuseppe Gorla, amministratore delegato di Saronno – Città dei Beni Comuni, intervistato giovedì 3 novembre ai microfoni di Radiorizzonti in Blu da Gigi Volpi e Gabriella Girola (qui per ascoltare l’intervista).

Il tema è quello dell’ambizioso progetto di rigenerazione urbana che mira a riaprire al pubblico uno spazio chiuso da oltre tre decenni, quello dell’ex area industriale presente alle spalle della stazione centrale di Saronno, un tempo sede degli stabilimenti dell’Isotta Fraschini (la foto di copertina dal sito www.vivaiosaronno.org).

Nel dicembre 2021 VareseNews aveva visitato l’ex area industriale insieme al proprietario, Giuseppe Gorla, che ci aveva raccontato sogni e progetti sul futuro dell’area, acquisita all’asta nel giugno 2020 con l’intento di renderla un contenitore di beni comuni: beni e servizi con funzione sociale che faranno capo e saranno gestiti, non dal Comune né da un privato, ma da organi collegiali formati da cittadini.

Una delle prime perplessità espresse nell’intervista riguarda la gestione della comunicazione da parte dell’amministrazione comunale di Saronno sul progetto di rigenerazione urbana dell’area ex Isotta: «Fin dal primo comunicato si è attribuita meriti, ruoli e azioni assolutamente non rispondenti al vero. Ha creato una sua narrazione che non ha niente a che fare con la realtà del progetto» ha esordito Gorla.

Viaggio nell’Isotta Fraschini di Saronno, da fabbrica abbandonata al sogno della “città dei beni comuni”

Poi il punto sul progetto complessivo. «L’unico modo con cui riusciamo a parlare con il Comune è aprire un contenzioso legale e da lì andare avanti». A corroborazione delle sue affermazioni, Gorla ha portato ad esempio la prima fase del percorso di bonifica di suolo e sottosuolo, ovvero il campo prova iniziato lo scorso giugno: si tratta di un’operazione di scavo e vagliatura dei terreni contaminati, che al momento ha permesso di bonificare 4 aree contaminate e che serve da preparazione al lavoro di bonifica dell’intera area.

«Il campo prova si è completato molto bene, con i complimenti degli enti istituzionali preposti» ha dichiarato Gorla, che ha poi spiegato che sulla fase 1 del progetto di bonifica, riguardante la parte della proprietà più vicina alla ferrovia e che sarebbe dovuto partire a settembre, il Comune avrebbe presentato alla proprietà alcune contestazioni. La proprietà ha quindi coinvolto i propri avvocati, «che hanno risposto indicando quali sono gli articoli di legge per poter fare una bonifica per fasi, indicando che eravamo pronti ad andare davanti ad un giudice» ha dichiarato Gorla, «appena il Comune ha visto gli articoli di legge ha cambiato posizione. Ci ha dato ragione su tutto il fronte e adesso, buttando via un altro mese e mezzo di tempo, riusciremo a partire. Questo è un primo esempio su come purtroppo solo attraverso gli avvocati si va avanti, con una difficoltà enorme di dialogo con il Comune».

vivaio saronno ex isotta fraschini

Non solo però: l’amministratore delegato di Saronno – Città dei Beni Comuni ai microfoni di Radiorizzonti in Blu ha anche contestato al Comune l’autorizzazione all’abbattimento di due capannoni di sua proprietà e la pista ciclabile realizzata da Aldi proprio a ridosso dell’ex Isotta.

Ma la parte più attesa dell’intervista riguarda il coinvolgimento dell’Accademia di Brera di Milano, un progetto nato dalla collaborazione tra pubblico e privato che porterebbe a Saronno laboratori, studenti, artisti, professori e un indotto economico e culturale di enorme portata.

«Abbiamo pensato ad un’iniziativa che fosse tutta basata su capitali privati, ma con un forte impatto sociale, pubblico e quindi di rilancio socio economico della città. Purtroppo tutto questo è fallito. In due anni e mezzo su Brera non abbiamo ottenuto nulla. Il progetto che noi abbiamo presentato in dettaglio giace da tre mesi in Comune».

Il proprietario ha quindi espresso le proprie difficoltà ad instaurare un dialogo ed un confronto con l’amministrazione comunale su questo grande progetto: «Dopo due anni e mezzo sono arrivato alla conclusione che questo dialogo è impossibile con questa amministrazione, non c’è modo. Quindi io da investitore ho intenzione di sospendere tutti gli investimenti. Il progetto Brera, con tutti i ritardi che il Comune ha messo, è fallito nei termini, nei tempi e nei modi in cui è stato proposto e costruito con Brera».

Generico 31 Oct 2022

In foto, il rendering del progetto ideato dall’architetto Cino Zucchi

Nel corso dell’intervista si è parlato anche dell’ex Scalo ferroviario Farini di Milano, che dal 2024 accoglierà i nuovi spazi didattici dell’Accademia di Brera, con anche una palazzina a sei piani dove troveranno posto 87 appartamenti per studenti fuori sede.

Gorla lo ha definito un progetto complementare e antecedente a quello di Saronno. «Qui a Saronno avevamo due elementi di grande novità: il museo interno a Brera e le residenze per i professori e per gli artisti ospiti. Questi due elementi giustificavano ampiamente la complementarietà tra i due progetti».

«Per l’insipienza e il disinteresse che il Comune ha dimostrato nei fatti verso questo progetto, ci ritroviamo con lo scalo Farini che è un elemento di vantaggio per noi, perché oggi non siamo in grado di rispondere in modo tempestivo alle esigenze di Brera, ma il fatto che sia stata trovata un’alternativa su Scalo Farini che abbassa la tensione sul problema di mancanza di spazi dell’Accademia, paradossalmente permette a noi di avere tempi più lunghi per pensare al progetto che il Comune finora ha fatto fallire».

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Una difficoltà di collaborazione con l’amministrazione Airoldi che Gorla ha allargato ad altri due progetti: la Fondazione Casa Solidale, progetto che mira a trovare risposte concrete alle famiglie in situazioni di sfratto e il recupero di Palazzo Visconti, per il quale la Società Storica Saronnese (di cui l’avvocato Angelo Proserpio, braccio destro di Gorla, è presidente) ha presentato un progetto al Comune: «Un progetto finito in un cassetto», ha attaccato Gorla.

«Da investitore la mia posizione è che a Saronno non ci sono le condizioni per fare alcuni investimenti che abbiamo una ricaduta sociale – conclude -. Mi fermo in attesa di altri interlocutori, credibili, affidabili e interessati al bene comune in città».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Novembre 2022
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