Le “immagini sommerse” di Antonio Delluzio esplorano a Gallarate il confine tra fotografia e pittura

Al fotoclub Il Sestante a Gallarate arriva la “fotografia pittorialista” di Antonio Delluzio: una selezione di una quarantina di opere realizzate con una tecnica che si spinge al limite, con la deformazione dell’immagine ottenuta con l’uso dell’acqua, elemento fisico che modifica il supporto.

“Immagini sommerse” è il titolo dell’esposizione, allestita fino al 26 febbraio alla sede del Sestante di via San Giovanni Bosco, nel centro storico di Gallarate.

E il titolo racconta – sintetico – proprio la tecnica: «Ho sviluppato una tecnica particolare, con l’uso dell’acqua dove vengono immerse le immagini. L’acqua rende frastagliati i contorni, l’immagine viene così reinterpretata» racconta Delluzio, che di professione è grafico al Corriere della Sera ma ha una formazione passata dall’Accademia di Belle Arti.

Dalla tecnica nascono immagini che hanno spesso un tono onirico, talvolta sottilmente inquietanti, in altri casi evocative quasi di qualcosa di perso, come negli “scatti pittorici” che reinterpretano memorie di famiglia, atmosfere del passato attraverso mani rugose, piccoli gesti.

La mostra è inserita nel festival Filosofarti 2023, che quest’anno è proprio dedicato al concetto di limite, qui interpretato appunto come confine tra fotografia e pittura: opere singole e irriproducibili anche perché nascono dall’anarchica azione dell’acqua sulla carta.