Nasce a Busto Arsizio una nuova associazione per i carcerati e il presidente è Stefano Binda
La nuova realtà associativa è emanazione diretta della cooperativa La Valle di Ezechiele creata dal cappellano del carcere di Busto Arsizio, don David Maria Riboldi. “Dietro le sbarre c'è un mare di bisogno"
«Tornerò in carcere per aiutare. C’è un mare di bisogno»: lo dice Stefano Binda presidente di una neocostituita associazione che ha come scopo quello di prestare aiuto ai detenuti del carcere di Busto Arsizio.
La recente chiusura della storica associazione che offriva supporto ai carcerati di Busto Arsizio ha dato vita ad un nuovo progetto di volontariato: La Valle di Ezechiele OdV. L’associazione è un’emanazione della cooperativa, si presenta come un ramo associativo che offre ai suoi membri la possibilità di tesserarsi e/o offrire il proprio tempo come volontari all’interno del carcere di via per Cassano. La cooperativa è presente nel direttivo della nuova associazione, rappresentata dall’attuale vice presidente Anna Bonanomi.
La Valle di Ezechiele OdV nasce con l’obiettivo di offrire sostegno e supporto ai carcerati e alle loro famiglie. In particolare, l’associazione vuole mettere a disposizione dei detenuti volontari che possano soddisfare i loro bisogni di accudimento concreto, come vestiti, docciaschiuma e soldi per la tessera telefonica. Ma non solo: l’obiettivo dell’associazione è anche quello di ascoltare i mali dell’anima dei carcerati, offrendo un sostegno morale a coloro che si trovano in una situazione difficile.
Presidente di La Valle di Ezechiele OdV è come anticipato Stefano Binda, che ha trascorso 1286 giorni in carcere per l’omicidio di Lidia Macchi, prima di essere assolto con formula piena in Appello e in Cassazione. Binda, durante la sua detenzione, è diventato punto di riferimento per i detenuti e ha fondato lo “sportello amico”, una sorta di sportello informativo per i detenuti. Il suo impegno continua anche dopo il periodo detentivo mettendo oggi la sua esperienza al servizio degli altri, in particolare di coloro che si trovano ingiustamente dietro le sbarre come è accaduto a lui.
Il fondatore della cooperativa e cappellano del carcere di Busto Arsizio, don David Maria Riboldi, ,o ha conosciuto durante il suo periodo nella casa circondariale: «Non tutti sanno che Stefano visse i suoi anni ‘dentro’ totalmente a servizio degli altri – racconta don David -. ha sempre messo a disposizione se stesso per quanti non fruivano del dono di aver potuto studiare. La sera della sua scarcerazione, quando tutti avevano visto la notizia al TG, l’ispettore di turno dovette cedere a un’insolita violenza: far fare ‘il giro dei saluti’ del ‘liberante’ non solo alla propria sezione, com’è prassi, ma anche a tutte le altre, perché ognuno voleva salutare e ringraziare Stefano, per il tanto bene ricevuto».
La Valle di Ezechiele OdV è l’unica organizzazione di volontariato a servizio dei carcerati nel territorio di Busto Arsizio, il che la rende particolarmente importante per il supporto alla comunità detentiva. L’associazione prevede di presentarsi alle autorità della Casa Circondariale e del Comune di Busto Arsizio al più presto per iniziare ad offrire i propri servizi ai ristretti. In particolare sono già stati presi contatti con l’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni alla quale è stato spiegato che il nuovo garante dei detenuti potrà partecipare alle riunioni dell’associazione.
Il progetto rappresenta un importante passo avanti nella valorizzazione del lavoro volontario e del supporto alle persone che si trovano in difficoltà. In particolare, l’impegno di Stefano Binda e degli altri volontari di La Valle di Ezechiele OdV dimostra che anche coloro che hanno vissuto momenti difficili possono mettere la propria esperienza al servizio degli altri, contribuendo a migliorare le condizioni di vita di coloro che si trovano in una situazione di fragilità.
Come sarà il servizio all’interno del carcere? «Ascolto, colloqui a tu per tu coi volontari, di cui anche io farà parte», aggiunge Binda: «Non sarò un semplice presidente “pr“ dell’associazione, ma avrò un ruolo attivo».
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