Sul campeggio di Azzate le minoranze tornano alla carica: “Ora il Comune agisca per tutelarsi”
Il comunicato firmato dai due gruppi di opposizione "Azzate in Valbossa" e "Insieme per Azzate". Il sindaco: "La sentenza del Tar è un punto a nostro favore"
“Il ritrovamento di armi da fuoco nell’area in corso di bonifica dell’ex camping Sette Laghi non fa che confermare quanto fosse giustificata la preoccupazione dei gruppi di minoranza espressa ufficialmente nel corso di sedute dello scorso anno del consiglio comunale di Azzate”.
Inizia così il comunicato firmato dai due gruppi di opposizione “Azzate in Valbossa” e “Insieme per Azzate” i quali, all’indomani della sentenza del Tar sulla bonifica dell’area, tornano sulla questione coinvolgendo di nuovo il primo cittadino Gianmario Bernasconi.
“La nostra preoccupazione purtroppo non era condivisa dal sindaco e della sua maggioranza che si decisero a segnalare alle autorità competenti lo stato di quel terreno, e lo scorretto metodo di smaltimento delle rimanenti casette abusive da abbattere, solamente dopo i ripetuti servizi di “Striscia la Notizia” mandati in onda su Canale 5”.
“Quanto scoperto nel corso dell’opera di bonifica affidata alla nuova proprietà dell’area a ridosso del Lago di Varese, come evidenziato da recentissimi articoli di stampa, e quanto decretato dal Tar in merito alle responsabilità sulle condizioni del terreno dopo lo scriteriato abbattimento dei manufatti abusivi attesta invece come il sindaco Gianmario Bernasconi, nella sua qualità di primo cittadino, di responsabile della salute e della sicurezza pubblica e quindi di pubblico ufficiale, avrebbe potuto e dovuto segnalare già diversi mesi prima quanto fosse avvenuto e quanto stesse avvenendo, alla luce anche dei sopralluoghi effettuati”.
“Peraltro, emerge dall’evidenza dei fatti quanto a questo punto sia improbabile che il Comune di Azzate, diversamente da ciò che si era sperato dopo l’aggiudicazione dell’asta per l’assegnazione della proprietà dell’area, possa a questo punto percepire il proprio credito accumulato negli anni, credito superiore ai 450mila euro – continuano le minoranze- . Dunque, alla luce degli sviluppi della vicenda e in attesa degli ulteriori approfondimenti e provvedimenti dell’autorità giudiziaria che sta indagando sull’area dell’ex Camping Sette Laghi, i gruppi di minoranza “Insieme per Azzate” e “Azzate in Valbossa” auspicano che la maggioranza in scadenza di mandato del Comune di Azzate voglia agire nelle sedi opportune, e questa volta con estrema sollecitudine, a tutela del proprio credito contro i responsabili di quanto avvenuto. In attesa di risposte concrete, confidiamo nell’operato dell’autorità affinché eventuali responsabilità ed eventuali omissioni vengano evidenziate e sottoposte al vaglio della magistratura”.
Le elezioni amministrative si avvicinano, come si sottolinea in un passaggio del comunicato, ed è evidente che la vicenda del campeggio di Azzate sarà uno dei temi sul tavolo: alcune questioni, come il credito che spetta al Comune, ma anche la gestione della bonifica dell’area e l’inchiesta aperta con il coinvolgimento della Direzione Distrettuale Antimafia, sono ancora del tutto aperte. Che la bonifica dell’area spettasse al fallimento ormai è certo, l’ha stabilito la sentenza del Tar, ma si poteva vigilare sul corretto svolgimento delle procedure? È questo che, in fondo, chiedono le minoranze. La risposta la dà il sindaco Bernasconi: «Nelle undici pagine della sentenza non si fa alcun cenno a una tardiva azione da parte del Comune o ad alcuna scorrettezza. La decisione del Tar è un punto netto a favore dell’Amministrazione comunale che ha agito correttamente. Quanto al credito di 450 mila euro, le minoranze stiano tranquille: è già ben tutelato, da sempre. Ora vedremo come si evolverà la vicenda giudiziaria, ma oggi più che mai noi siamo certi di essere nel giusto».
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