Sul campeggio di Azzate è scontro in consiglio comunale, il sindaco: “Io non mi dimetto”

Acceso dibattito durante i lavori chiesti dai consiglieri d'opposizione per far chiarezza sulla vicenda dei rifiuti abbandonati nell'area in riva al Lago di Varese

Generica 2020

Oltre settanta persone connesse per seguire il consiglio comunale di Azzate che aveva per tema centrale la situazione dell’ex camping Sette Laghi. Se fosse stato in presenza, l’aula del palazzo comunale sarebbe stata colma.

Che non sarebbe stato un consiglio comunale pacato era da mettere in conto: i servizi giornalistici e i riflettori puntati da Striscia la Notizia hanno alzato l’attenzione su una questione delicata e ancora tutta aperta. 

I consiglieri d’opposizione Raffaele Simone, Antonio Triveri e Carlo Arioli  hanno scelto come sfondo del loro collegamento in streaming le foto di una montagna di rifiuti e della copertura in eternit di un angolo dell’ex camping. Ed è stato proprio lo smaltimento di quei rifiuti il cuore di un lungo dibattito, a tratti piuttosto acceso.

I consiglieri di opposizione sono tornati a chiedere le dimissioni del sindaco Gianmario Bernasconi ma il primo cittadino ha risposto con fermezza: “Io non mi dimetto”.

LE TAPPE DELLA VICENDA

È stato il sindaco a ripercorrere le tappe di una questione cominciata nel 2011 e che ha visto due filoni: uno amministrativo ed uno penale. Al centro della questione la tempistica della demolizione e della rimozione dei rifiuti. Il sindaco ha ribadito quanto aveva detto poche ore prima del consiglio comunale in lunga nota .

La società “ Sette Laghi” ha condotto le demolizioni fino a ridosso del fallimento dichiarato a giugno del 2019. Le operazioni di demolizione sono state condotte dal curatore fallimentare. In tutto questo periodo il Comune ha effettuato numerosi sopralluoghi, riscontrando il progressivo adempimento dell’ordinanza che imponeva la demolizione dei bungalow e delle roulotte.

Ma qualche tempo dopo, e siamo al 2021,  nel corso di un altro sopralluogo il 10 dicembre, il Comune constatava che i lavori di demolizione erano proseguiti ma il materiale non era stato rimosso. Il Comune quindi ordinava al fallimento il completamento delle operazioni con la totale rimozione dei materiali ancora presenti.

Qualche giorno dopo il sopralluogo, la proprietà dell’area transitava dal fallimento all’acquirente. A gennaio del 2022 il fallimento, che stava completando le operazioni di rimozione delle macerie, comunicava al Comune il rinvenimento di eternit sul terreno; e comunicava anche di aver provveduto immediatamente alla messa in sicurezza e alle procedure di legge  e successivamente inviava documentazione dell’avvenuto smaltimento. «Nel sopralluogo del 24  febbraio 2022, in presenza delle parti, è stato verificato che parte del materiale di risulta, riscontrato nel sopralluogo di dicembre era stato lasciato sul posto e non ancora smaltito», ha spiegato il sindaco. E non solo: alcune zone che a dicembre erano libere da rifiuti risultavano di nuovo colme di materiale demolito.

E proprio durante quel sopralluogo, il curatore fallimentare presentava documentazione del completamento delle attività di sua competenza e dell’esaurimento delle risorse economiche messe a disposizione dal tribunale. Da quel momento cominciano i guai.

Nel mirino c’è anche il servizio di Striscia la Notizia fatto durante il sopralluogo con tanto di telecamera nascosta che registra in sottofondo le voci di chi parla di un “possibile danno ambientale”. Per quale motivo, hanno chiesto le opposizioni, quando il Comune si è reso conto che l’azienda incaricata dal curatore fallimentare di operare la demolizione e la rimozione del materiale aveva lasciato sul terreno rifiuti speciali, eternit ma anche lana di roccia e polistirolo, non è intervenuto immediatamente?

«Perché l’informativa all’autorità giudiziaria è partita solo parecchi giorni dopo? – ha chiesto il consigliere d’opposizione Raffaele Simone – Perché accade tutto dal 17 marzo in poi, dopo  l’intervista di Laudadio di Striscia la Notizia?. In questo lasso di tempo cosa è successo? Noi crediamo ci sia stato un cattivo controllo da parte del sindaco ed è per questo che chiediamo si dimetta. L’arrivo di un commissario prefettizio ripristinerebbe la correttezza. Lei ha perso la credibilità».

Il capogruppo di maggioranza Claudia Miterangelis ha proposto all’intero consiglio di chiedere che a “Striscia la Notizia”venga  mandata in onda l’intervista integrale realizzata al sindaco, un’intervista in cui il primo cittadino avrebbe dovuto spiegare come si era mosso il Comune ma di cui sono andate in onda solo pochi secondi. Proposta respinta dai consiglieri di minoranza che hanno spiegato che il fulcro della questione camping non sta nel servizio del programma tv.

E anche sulla questione dei manifesti affissi dai gruppi neonazisti di Azzate, in cui si sbeffeggiava il primo cittadino dopo i servizi di Striscia sul camping, la minoranza ha respinto la richiesta di esprimere solidarietà e vicinanza al sindaco. «Lo abbiamo già fatto in passato – hanno replicato – Voi non lo fate mai quando ad essere attaccati siamo noi». Gianmario Bernasconi ha annunciato che procederà con una denuncia formale verso chi ha affisso i volantini.

Ha parlato invece di un territorio vandalizzato il consigliere Antonio Triveri: «Noi eravamo presenti all’asta del campeggio, siamo andati più volte al cantiere: quell’area in riva al Lago, un luogo che noi amiamo molto, è stato violentato da una demolizione scriteriata. È innegabile che l’informativa all’autorità giudiziaria è stata fatta dopo i servizi di Striscia e che i sopralluoghi sono stati eseguiti da persone non competenti».

«Le 50 casette rimaste sono state letteralmente tritate- ha aggiunto Marco Leoni, di “Azzate in Valbossa” – lasciando sul terreno materiale altamente inquinante». Respinta la proposta di Leoni di organizzare un consiglio comunale nell’area del campeggio, anche per presentare il nuovo progetto del glamping da parte della nuova società.

Bernasconi ha spiegato infine che il danno ambientale è “potenzialmente disinnescato“: «Grazie alla proprietà che sta provvedendo a mettere in sicurezza l’area, facendosi parte diligente e procrastinando tutte le questioni di natura economica con il curatore fallimentare.  Sta operando celermente e la lana di roccia è stata stipata nelle big bag ».

Gianmario Bernasconi ha chiuso il consiglio comunale respingendo la richiesta di dimissioni: «È da 9 anni che mi occupo di questa vicenda complicatissima e non ho certamente intenzione di mollare adesso – ha detto -.  Io rappresento il Comune che ha fatto, fa e continuerà a fare tutto ciò che doveva. Io sto qui fino all’ultimo giorno del mio mandato».

 

 

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Pubblicato il 01 Aprile 2022
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Commenti

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  1. carlo_colombo
    Scritto da carlo_colombo

    Prendo spunto da questa faccenda che ho già commentato in precedenza, tipo troppa fretta di distruggere tutto quando si potevano salvare le costruzioni meno invasive, per fare un appunto a chi spettava il controllo delle opere di smantellamento. C’è un detto antico che recita “l’occhio del padrone ingrassa il cavallo” valido soprattutto quando i lavori riguardano cose pubbliche. Io per esempio ho notato che a Varese, quando asfaltano una strada, le varie imprese eseguono i lavori, ma qualcuno, geometra del Comune o chi per esso, controlla la buona esecuzione del lavoro, come le giuste pendenze per evitare che al primo acquazzone si formino pozzanghere che si smaltiscono solo per evaporazione dopo magari giorni perché l’acqua non defluisce come dovrebbe?
    Per avere buoni risultati bisogna tenere il fiato sul collo degli, in questi casi, appaltatori.

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