La versione del Comune di Azzate sulla vicenda dell’ex campeggio, il sindaco: “Dalle opposizioni attacchi prima di capire”

Gianmario Bernasconi ha scritto un lungo intervento con la ricostruzione dei fatti che riguardano il campeggio e il commento della situazione politica, proprio poche ore prima del Consiglio comunale fissato per giovedì sera

Un comunicato stampa “per fare chiarezza sulla vicenda Campeggio I Sette Laghi e per raccontare, in modo semplice e chiaro, la posizione del Comune”. Poche ore prima del Consiglio comunale richiesto dalle opposizioni (fissato per giovedì sera, 31 marzo) il sindaco di Azzate Gianmario Bernasconi ha scritto un lungo intervento con la ricostruzione dei fatti che riguardano il campeggio. Ma le cinque pagine firmate dal primo cittadino sono anche l’occasione per far il punto sul clima politico che da tempo si vive in paese.

La richiesta di dimissioni prima del Consiglio

Bernasconi parte proprio dalla richiesta di convocazione del Consiglio comunale e dal rammarico che sia stato chiesto dalle opposizioni per fare chiarezza su una vicenda per la quale le stesse avevano già tratto le conclusioni: ovvero il sindaco si deve dimettere. «È assolutamente comprensibile che i Consiglieri dei Gruppi di minoranza abbiano chiesto la convocazione di un Consiglio Comunale – dice Bernasconi -, meno comprensibile è che abbiano chiesto contemporaneamente le dimissioni del Sindaco, senza attendere la seduta e proprio in un momento così delicato per la vita amministrativa del nostro Comune; momento in cui ci si sarebbe attesi, viceversa, proprio dai Gruppi di minoranza, grande coesione, vicinanza e prossimità, se non alle figure istituzionali (Sindaco in primis), almeno alle Istituzioni, così pesantemente e gratuitamente attaccate, sia da una parte della stampa, sia sui social “locali”.

“Nessuna solidarietà sulle intimidazioni al sindaco”

Bernasconi striglia i consiglieri d’opposizione anche sulla mancata solidarietà dopo i manifesti distribuiti in paese dal gruppo di estrema destra presente sul territorio: «Sono comparsi in tutto il paese tre manifesti a firma del gruppo neonazista dei Dodici Raggi – dice Bernasconi – , che diffamano il Sindaco, accusandolo di reati ambientali, con la complicità del Comune, e non una parola di solidarietà è stata detta. Manifesti tutti rimossi dai Cittadini».

L’intervista di Striscia la Notizia

Il sindaco si toglie poi qualche “sasso dalla scarpa” e riprende le affermazioni contenute nel documento in cui si chiedono le sue dimissioni: «I consiglieri di minoranza parlano di “… figuraccia nazionale …” oppure “… è evidente che il Comune non abbia vigilato a dovere”, sembrano arrivare a indiscutibili conclusioni, ancor prima di aver svolto i necessari approfondimenti, sulla base del servizio e dell’intervista, o meglio della non intervista, di Striscia la Notizia, essendo stati riportati solo pochi secondi tratti da un intervento del sindaco durato in realtà diversi minuti. Ma i Consiglieri Comunali dovrebbero sapere, non foss’altro perché già successo e peraltro con alcuni degli stessi Consiglieri oggi in carica, seppure con ruoli diversi, e sempre per la questione campeggio “I Sette Laghi”, che, nel momento in cui il Sindaco si dimette, tutto il Consiglio decade. Forse che chi chiede le dimissioni del Sindaco sia spinto anche da un legittimo auspicio di non doversi più occupare e preoccupare della delicata questione?»

Il campeggio, la ricostruzione del Comune:

Infine, il nocciolo della questione: i passaggi che riguardano il Comune nella vicenda che vede l’ex area campeggio in riva al Lago di Varese ricoperta di rifiuti e materiali inerti. Una vicenda della quale si sono occupati i giornali locali (Varesenews in questo servizio) ma soprattutto la trasmissione Striscia la Notizia che, come spesso accade quando le vicende locali assumono una portata nazionale, ha fatto esplodere la reazione di tutte le parti politiche.

Questo il testo, integrale e molto tecnico, diffuso dal sindaco in merito:

Entriamo nel merito della questione del campeggio che inizia nel lontano 2011 quando, a seguito della rilevazione di abusi edilizi, il Comune ha emesso ingiunzione di demolizione e restituzione in pristino. Stiamo parlando della più grande operazione demolitoria di abusi edilizi della Provincia di Varese, forse della Lombardia. 414 manufatti edilizi abusivi.

Medio tempore alcuni soci del campeggio “I Sette Laghi” hanno formulato ipotesi interlocutorie all’Amministrazione Comunale (immagino si tratti delle “proposte” cui si riferiscono gli Avvocati Zanzi e Ambrosetti, nel loro articolo su La Prealpina di qualche giorno fa), alle quali l’Amministrazione ha risposto evidenziando la necessità che qualunque proposta rispondesse a delle invarianti (obiettivi intransigibili) e precisamente: il ripristino della legalità e cioè la piena e completa ottemperanza all’ordinanza demolitoria, il pieno rispetto del vigente PGT, che prevede che nell’area possa insistere solo una struttura ricettiva all’area aperta (campeggio), il ripristino della connettività ecosistemica, sia fronte lago, sia nella parte prospicente all’ingresso all’area campeggio, l’allontanamento dal demanio lacuale.

Delle suddette “ipotesi interlocutorie” non vi è stato alcun seguito. Per inciso vale la pena di precisare che questi obiettivi intransigibili sono gli stessi che anche oggi l’Amministrazione comunale chiede siano rispettati, tanto che sono inseriti nella Delibera di Consiglio sulla rigenerazione urbana, nella parte che interessa il campeggio. L’ordinanza demolitoria del 2011 rimane in sospeso fino a quando diventa esecutiva la sentenza del Tar, a fine 2017. Con Delibera di Giunta Comunale n. 12 del 16/01/2018 vengono stabilite le modalità operative con cui gli uffici dovevano eseguire i sopralluoghi di ottemperanza all’ordinanza, finalizzati alla verifica della progressione delle operazioni.

La società “I Sette Laghi” ha condotto le demolizioni fino a ridosso del fallimento dichiarato in data 17/06/2019. Da tale data in poi le operazioni di demolizione sono state condotte dal fallimento, attraverso la figura del curatore fallimentare. In tutto questo periodo il Comune ha effettuato numerosi sopralluoghi, riscontrando il progressivo adempimento dell’ordinanza demolitoria e di rimessa in pristino.

Nel sopralluogo del 10/12/21, il Comune ha rilevato il completamento della parte demolitoria, ma non della parte della rimessa in pristino, in quanto i lavori erano ancora in corso e sull’area residuava ancora un’importante quantità di materiale misto derivante dalla demolizione dei fabbricati abusivi. Il Comune ha quindi ordinato al fallimento il completamento delle operazioni con la totale rimozione dei materiali ancora presenti (ordinanza n. 11 del 2022).

Qualche giorno dopo il sopralluogo, la proprietà dell’area transitava dal fallimento all’acquirente. A gennaio del 2022 il fallimento, che stava completando le operazioni di rimozione delle macerie, comunicava al Comune il rinvenimento di eternit sul terreno; comunicava altresì di aver provveduto immediatamente alla messa in sicurezza e alle procedure di legge (piano lavori, comunicazione ad ATS) e successivamente inviava documentazione dell’avvenuto smaltimento. Nel sopralluogo del 24/02/22, in presenza delle parti, finalizzato alla verifica del completamento delle operazioni, è stato verificato che parte del materiale di risulta, riscontrato nel sopralluogo del 10/12, è stato lasciato sul posto e non ancora smaltito.

Inoltre in una stradina che precedentemente era risultata libera, vi era la presenza di un abbondante deposito di rifiuti apparentemente sempre derivanti dalle demolizioni. Durante il sopralluogo, il curatore fallimentare presentava documentazione del completamento delle attività di sua competenza e dell’esaurimento delle risorse economiche messe a disposizione dal tribunale.

Il 02/03 il Comune comunicava avvio del procedimento nei confronti della proprietà finalizzato all’emissione di ordinanza per garantire il completamento delle operazioni di rimozione e rimessa in pristino. A seguito di comunicazione del 7/03/22 da parte della proprietà riguardo alla presenza di materiale potenzialmente pericoloso, il Comune chiedeva di far fare la verifica su tale presenza dai tecnici specializzati della proprietà e fissava sopralluogo per il 10/03/22; sopralluogo poi rinviato al 17/03/22 a causa di impossibilità sopravvenuta alla proprietà.

Durante il sopralluogo, veniva verificato lo smaltimento dell’eternit e contestualmente la presenza di lana di roccia. Il giorno successivo il Comune ordina l’immediata messa in sicurezza di questo materiale potenzialmente pericoloso e il successivo smaltimento. La Polizia Locale ha inviato una informativa all’Autorità Giudiziaria in quanto le evidenze emerse durante gli ultimi sopralluoghi pongono la questione non solo dal punto di vista edilizio, completamento dell’ottemperanza all’ordinanza del 2011, ma anche dal punto di vista della tutela ambientale per la presenza di rifiuti pericolosi e per la presenza di rifiuti in aree precedentemente sgombre.

Il Comune ha quindi comunicato sia al curatore fallimentare, sia alla nuova proprietà, l’avvio del procedimento per l’emissione di un’ordinanza ex art. 192 Testo Unico Ambiente. A riguardo di questa annosa vicenda, il Comune di Azzate fin dal 2011 ha fatto, sta facendo e continuerà a fare tutto ciò che è di sua competenza senza risparmio di energie, ha tutelato la comunità da tutti i punti di vista e se ci sarà bisogno di intentare azioni giudiziarie o interventi straordinari anche con il supporto delle istituzioni superiori lo farà senza remore alcune.

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Pubblicato il 31 Marzo 2022
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