In tanti al Museo del Tessile di Busto per la presentazione del libro “Wapiti – La medicina della musica”
Non un semplice evento letterario quello andato in scena venerdì 28 aprile, ma un vero e proprio show animato da alcune canzoni della Mamo's Band

Tanto pubblico al Museo del Tessile di Busto Arsizio (Varese) per la presentazione di “Wapiti – La medicina della musica”, il libro autobiografico che il ricercatore farmaceutico e cantautore Massimo “Mamo” Pedrani ha realizzato insieme allo scrittore e giornalista Marco Linari. Non un semplice evento letterario quello andato in scena venerdì 28 aprile 2023, ma un vero e proprio show da gustare fino in fondo, animato da alcune canzoni della Mamo’s Band, il complesso che porta il soprannome di Pedrani e suona i suoi testi.
Il volume – edito da Macchione di Varese e con foto di Davide Caforio – racconta il percorso professionale e artistico di un imprenditore di successo nel ramo della farmaceutica che in età adulta ha deciso di riprendere a suonare il basso e comporre brani, riallacciando i fili di una passione giovanile che era rimasta latente ma non era mai scomparsa. Alcune delle sue creazioni artistiche, inserite nei primi due cd registrati dal gruppo (un terzo uscirà l’anno prossimo), hanno così fatto da cornice a una presentazione piena di aneddoti.
Massimo Pedrani, classe 1954, è milanese di nascita, bustocco di formazione, risiede a Melide (Lugano) e si rifugia appena può a Gignese, piccolo e famoso paese dell’Alto Vergante di cui ha deciso di candidarsi sindaco, anche se un intoppo burocratico lo ha costretto a rinviare la sfida elettorale al 2024. Da oltre quarant’anni sviluppa progetti di ricerca per le principali aziende internazionali che si occupano di medicinali «ed è proprio in questo parallelismo fra lavoro e impegno artistico – ha detto durante la presentazione – che ho sviluppato la mia vocazione di cantastorie, cercando di pormi in maniera intensa nella scoperta delle emozioni, immergendomi nel meraviglioso viaggio fra sentimenti, amori e amicizie che ciascuno di noi compie, fino a scoprire che non esiste miglior farmaco della musica». Il titolo del libro ha per lui un alto valore simbolico: «Il Wapiti è un grosso cervide che vive soprattutto in Canada. Per gli indiani d’America questo animale simboleggia la vocazione alla sfida, affrontata unendo la forza alla consapevolezza dei propri limiti, a cui sopperisce dando vigore al sentimento della fratellanza».
Ad affiancare “Mamo” nella sua impresa letteraria è stato Marco Linari, nato nel 1975 a Busto Arsizio e sposato con Paola, impegnato nella scrittura da quando aveva 19 anni. Giornalista professionista, Linari ha maturato una lunga carriera da cronista e opinionista per testate locali e nazionali, abbinata al ruolo di autore di libri storici, biografici, aziendali e di inchiesta. «La storia di Pedrani – ha detto Linari – contiene l’essenza di cosa vuol dire porsi con coraggio davanti alla vita, senza farsi limitare da paure, senza mai rinunciare ad inseguire i propri sogni, mettendoci sia la determinazione che un pizzico di incoscienza».
Sul palco del Museo del Tessile è salito quasi tutto il nucleo storico della Mamo’s Band, a cominciare dal maestro Gigi Marrese che è da sempre il direttore artistico del complesso in cui Pedrani è compositore, bassista e voce. Con lui il cantante e chitarrista Luca Marino, le voci di Arianna Bruno e Irene Serra, il tastierista Fabio Agatea, il batterista Angelo Corvino, il flautista e fisarmonicista Christian Tassi e le violiniste (e sorelle) Letizia e Beatrice Guido. Ospiti speciali sono stati Marco D’Errico, Antonio Nicoletta e Claudio Borroni. Assieme a loro, anche un folto gruppo di tecnici e sostenitori che collaborano al progetto. Presente in sala anche Alessandro Munari – avvocato, presidente del Baff (Busto Arsizio Film Festival) e amico di lunga data di Mamo – il quale più di vent’anni fa lo convinse a tornare a fare musica assieme al suo complesso dei “Rinvio a Giudizio”. L’evento di lancio di “Wapiti” verrà replicato sabato 6 maggio alle ore 18, a Gignese, negli spazi del Ricreatorio Don Bosco di via Alpino 2, sempre con ingresso libero.
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