Il cambiamento climatico mette in difficoltà le api e gli apicoltori
Nella giornata mondiale delle api che si celebra il 20 maggio Federico Tesser dell'Azienda Agricola Fonteincantata di Casciago racconta quali sono i problemi che devono affrontare le api e i produttori di miele
La Giornata mondiale delle api si festeggia il 20 maggio, data che coincide con la nascita di Anton Janša (1734-1773), che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia. La giornata si celebra per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle api, sulle minacce che affrontano e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile.
VareseNews sta pubblicando una rubrica che si chiama “Un anno con le api”, attraverso una serie di video e articoli sul tema delle api e del miele, a scopo divulgativo, per far conoscere la cultura di questi importantissimi animali e il lavoro di chi raccoglie il miele. Tutto ciò grazie alla collaborazione con Federico Tesser, apicoltore dell’azienda agricola Fonteincantata di Casciago. Con lui stiamo seguendo il ciclo di vita delle api e il ciclo produttivo del miele, anzi delle diverse tipologie di miele prodotte nel nostro territorio, raccontando anche curiosità, aneddoti, ricette che possano “appassionare” e far scoprire sempre di più e sempre meglio questo interessante mondo.
Maggio è un mese fondamentale per le api e per gli apicoltori di conseguenza. È il mese della fioritura delle acacie, che nel Varesotto forniscono il polline e il nettare alle api per produrre il miele, nutrire le covate, far crescere l’alveare e prepararlo per le successive raccolte estive (castagno e millefori). Purtroppo però la puntata di maggio della nostra rubrica ha dovuto fare i conti con uno dei problemi principali che devono affrontare le api e gli apicoltori di tutto il mondo e anche di casa nostra: il cambiamento climatico. Infatti nel periodo clou dell’anno, ormai da qualche annata a questa parte, maggio non è più un “buon mese”, ma si è trasformato nel mese delle recriminazioni e della lotta contro il tempo per salvare gli alveari quando in precedenza era il mese della raccolta, della sciamatura delle api, degli alveari pieni e rigogliosi.
Questo perché il clima è cambiato, da una decina di anni a questa parte in maniera evidente e sostanziale: dopo una lunga siccità in questo maggio fa più freddo, c’è più vento e le precipitazioni sono intense e raccolte in pochi momenti, con quantità di pioggia che si riversa in un punto in quantità esagerata, distruggendo i fiori e togliendo alle api il loro nutrimento. Si crea un circolo vizioso, per cui le api non escono più in massa per cercare cibo e riprodursi, stanno nell’alveare e si mangiano anche il miele in eccesso, privando inevitabilmente gli apicoltori del surplus con il quale erano soliti produrre il miele. Un cambiamento al quale le api non si sono ancora adeguate e che vivono male, condizionando anche le successive produzioni di miele previste per i mesi successivi.
I dati fanno riflettere. Se fino a pochi anni fa la media di produzione per un alveare del nostro territorio poteva arrivare fino a 15/20 chili di miele d’acacia, prodotto di cui il Varesotto è stato per anni ricchissimo, da qualche anno è un successo se si arriva a 2 chili per alveare, sesso e volentieri non si riesce a ricavarne nemmeno uno, mandando alle ortiche un anno di lavoro e condizionando pesantemente anche il prosieguo della stagione e, da non sottovalutare, facendo alzare anche il prezzo di un prodotto fino a poco tempo fa più che accessibile e che con l’andare del tempo rischia di diventare un prezioso cibo accessibile a pochi.
Non è un piangersi addosso fine a sè stesso quello degli apicoltori e degli addetti a questo comparto. È un’amara constatazione di un cambiamento vissuto sulla propria pelle, oltre che sulla pelle delle api. Col tempo, questo insetto resiliente riuscirà ad adattarsi e far fronte alle difficoltà, ma fino ad allora serve rimboccarsi le maniche e sperare che bombe d’acqua, vento e temperature autunnali non facciano capolino proprio quando servirebbe ci fosse l’esplosione della primavera.
Le api sono fondamentali per l’uomo, ormai dovremmo averlo imparato. Come dovremmo aver imparato che sono in pericolo per una serie di cause, cambiamenti climatici, pesticidi, malattie, parassiti, predatori e nubi tossiche. Abbiamo deciso di provare a raccontare cosa fanno le api e cosa fanno gli apicoltori per prendersene cura.
Seguiremo per un anno intero il ciclo di vita di questi preziosi animali con l’aiuto di Federico Tesser, apicoltore che produce miele biologico con la sua azienda Fonteincantata.
Staremo “Un anno con le api” raccontando mese per mese quali sono i passaggi fondamentali che compie un apicoltore, unendo a questo racconto “didascalico” una parte più concreta che spiegherà cosa si può fare con il miele: ricette, curiosità e “segreti” utilizzando tutti i prodotti derivati dal lavoro delle api.
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UN ANNO CON LE API, TUTTE LE PUNTATE DELLA RUBRICA
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