All’ospedale di Varese partono i lavori per la “Sala Operatoria Ibrida”
Si tratta di due sale collegate da un corridoio in cui sarà collocata una TAC intraoperatoria mobile: la premessa decisiva per un Ospedale tecnologicamente all'altezza del futuro. I lavori hanno richiesto un lavoro di riprogettazione degli spazi dell'area chirurgica

L’area del Blocco operatorio dell’Ospedale di Circolo che sarà interessata dal cantiere è già in fase di sgombero. Dal prossimo primo agosto, infatti, avranno inizio i lavori di ristrutturazione, che si protrarranno fino all’aprile 2024, con la realizzazione della sala operatoria ibrida.
Si tratta del più importante investimento in tecnologie per la azienda in questi anni, la cui rilevanza spicca ancora di più se si considera che, grazie al PNRR, gli altri investimenti in corso riguardano macchine di altissimo impatto, tra cui due acceleratori lineari, tre gamma camere, due risonanze magnetiche, due TAC, una PET CT, oltre agli angiografi del blocco interventistico.
La sala operatoria ibrida, da sola, corrisponde a 3,5 milioni di euro di finanziamento da parte di Regione Lombardia, che comprendono lavori edili, ma soprattutto installazioni tecnologiche top di gamma, una premessa decisiva per un Ospedale tecnologicamente all’altezza del futuro. Nel dettaglio, infatti, la sala ibrida comprende due sale operatorie, di cui una dotata di angiografo per le procedure interventistiche cardiovascolari, collegate da un corridoio in cui sarà collocata una TAC intraoperatoria mobile, che, se azionata, scorre su binari appositi, consentendo l’esecuzione dell’esame in una sala o nell’altra senza spostare il paziente, che resta sul tavolo operatorio. Più precisamente, si realizza uno spazio procedurale avanzato che combina una sala operatoria tradizionale con un tavolo chirurgico multifunzionale e con apparecchiature per la diagnostica per immagini sofisticate.
Questa combinazione consentirà procedure chirurgiche avanzate molto complesse, soprattutto nell’ambito della Cardiologia interventistica, della Cardiochirurgia e della Chirurgia vascolare, ma con grandi opportunità anche per la Neurochirurgia e l’Otorinolaringoitaria: non solo, infatti, le sale sono combinate, ma le équipe sono unite per formare un gruppo multidisciplinare di clinici pronti a soddisfare le complesse esigenze dei pazienti.

Per procedere spediti verso questo obiettivo, ASST Sette laghi è impegnata su quattro fronti: innanzitutto, la programmazione e la gestione della progettazione tecnica, con definizione esaustiva degli interventi e delle casistiche da trattare nella sala ibrida. A coordinare questo tavolo tecnico, in particolare, è la dott.ssa Battistina Castiglioni, direttore del Dipartimento cardiotoracovascolare: «Sono molto orgogliosa di questo progetto. Abbiamo definito le procedure nel dettaglio e valutato l’impatto strategico. L’autorizzazione regionale e il relativo finanziamento premiano lo sforzo. Viste le caratteristiche tecniche della nostra sala ibrida, l’obiettivo è uscire dallo standard dell’ambito cardiovascolare e allargarne l’utilizzo alle chirurgie delle Neuroscienze, con possibilità di ulteriori estensioni alla Chirurgia oncologica e alle patologie per cui il nostro Ospedale è riconosciuto come hub».
Contemporaneamente, è stata e continuerà a dover essere programmata l’attività chirurgica, prima, durante e dopo i lavori: a coordinare questa delicata attività è il dott. Alessandro Bacuzzi, direttore del Dipartimento di Area Emergenza e Urgenza, con il personale della Centrale Unica Blocchi Operatori. La fase appena conclusasi, in particolare, è stata particolarmente delicata, perché ha richiesto di rivedere la programmazione operatoria tenendo conto che tre sale chirurgiche sono interessate dai lavori e quindi non utilizzabili. Ne deriva la necessità di provvedere anche ad una riprogettazione dei percorsi interni e delle procedure all’interno del blocco operatorio per tutta la durata del cantiere. Decisivo è qui il ruolo della Direzione Medica, guidata dalla dott.ssa Anna Iadini, dell’Operation Management, con a capo l’ing. Giovanni Poggialini, in sinergia con la struttura tecnico-patrimoniale, diretta dall’ing. Roberto Guarnaschelli.
A queste attività, con il coordinamento da parte della Responsabile dell’Ingegneria clinica, l’ing. Silvia del Torchio, si aggiunge il monitoraggio di ogni singola fase del progetto e l’aggiornamento in itinere qualora si verifichino particolari necessità, con il supporto del Project Management Office.
Un progetto complesso, ambizioso, che coinvolge moltissime professionalità e strutture, sanitarie, tecniche e amministrative, ma che è ormai ben avviato verso il traguardo.
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