“Scappavano dalla guerra”, il passatore di profughi di Porto Ceresio si difende in aula
All’uomo contestato il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: venne arrestato nel blitz della polizia di frontiera nel dicembre scorso
«Mi dicevano che scappavano dalla guerra e io ho dato loro una mano. Ora ho capito che ho sbagliato. In libertà, come in carcere, ho sempre lavorato». Ha chiesto clemenza alla corte il 42enne algerino accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e finito a processo con rito ordinario dinanzi al Collegio di Varese.
L’uomo, come si ricorderà, venne arrestato a metà dicembre del 2022 al termine di un blitz coordinato dalla Procura di Varese e messo in atto dalla polizia di Frontiera di Luino sotto il comando del vice questore Gianluca Dalfino. L’operazione – cui ne sono seguite altre anche in collaborazione con le polizie locali dei paesi di confine – ha colpito un’organizzazione piuttosto ben strutturata sotto il profilo territoriale: contro il pagamento di un corrispettivo c’era chi accompagnava fino al confine di Stato i profughi arrivati a Milano; intere famiglie con abbigliamento il meno possibile vistoso venivano fatte salire in treno e veniva loro intimato di non parlare con nessuno per non svelare l’identità. Arrivati a Porto Ceresio i profughi venivano ospitati negli appartamenti nella disponibilità degli indagati che li faceva attendere il momento buono per attraversare il confine con la Svizzera alla volta di Germania, Olanda o altre destinazioni europee spesso per ricongiungersi coi parenti.
Queste erano le accuse mosse dalla polizia al momento dell’arresto: nel complesso all’algerino imputato sono attribuiti atti di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina commessi tra l’ottobre 2021 ed il maggio 2022 in favore di 20 migranti di etnia curda provenienti dalla Siria e dall’Iraq, di cui 9 minorenni.
La perquisizione eseguita a sorpresa a casa sua aveva consentito alla polizia di scoprire una giovane donna siriana con i tre figli minori, ancora in attesa dell’ultimo passaggio oltre confine. L’imputato, difeso dall’avvocato Simona Ronchi, si è dunque difeso di fronte al Collegio rendendo spontanee dichiarazioni. Nella prossima udienza, a luglio, le richieste del pubblico ministero, la discussione della difesa e la decisione.
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