AperiLIS: a Varese gli aperitivi che abbattono le barriere comunicative
Con l'obiettivo di estenderli in tutta la provincia, come avvenuto lo scorso 28 luglio a Porto Valtravaglia, gli AperiLIS sono aperti a persone sorde e udenti e in queste occasioni i confini delle comunicazioni si dissolvono e le differenze si trasformano in punti di forza

Immaginate uno scenario senza barriere, dove le parole si possono trasformano armoniosamente in movimenti delle mani, narrando storie uniche e riempiendo lo spazio con una potenza espressiva straordinaria. Dove sorrisi e occhi colmi di gioia rivelano l’entusiasmo di amici che si ritrovano per un momento di relax nel weekend, dopo una lunga settimana di lavoro. Insomma, niente di nuovo, un quadro di perfetta normalità, una scena quotidiana in cui la compagnia, i drink e le risate si fondono in un’atmosfera familiare.
Questa è la fotografia perfetta degli AperiLIS: degli apertivi tra sordi e udenti che dal 2018 Mauro Dori, insegnante di Lingua dei Segni Italiana (LIS) a Varese, e la sua allieva Maria Trombino, promuovono al bar “l’800 Mangiabeveria” di Carnago, dove lavora Maria, anche conosciuta come la “Mari”.
Con l’obiettivo di estenderli in tutta la provincia, come avvenuto lo scorso 28 luglio a Porto Valtravaglia, gli AperiLIS sono aperti a persone sorde e udenti e in queste occasioni i confini delle comunicazioni si dissolvono e le differenze si trasformano in punti di forza. Gli AperiLis, infatti, vanno oltre il semplice piacere di condividere una serata tra amici, diventando un’opportunità unica di scoperta e crescita grazie alla proposta di mini lezioni e giochi sulla cultura sorda e sulla lingua dei segni italiana. La condivisione di esperienze e la comprensione reciproca si sviluppano così naturalmente, creando un’atmosfera inclusiva e accogliente.

Lo abbiamo colto lo scorso venerdì a Porto Valtravaglia, dove a fare la differenza erano solo piccoli tappi verdi nelle orecchie di alcuni partecipanti udenti che per l’occasione li avevano indossati per meglio immergersi nell’esperienza degli amici sordi, con i quali hanno tutta la sera dialogato e segnato.
Contrariamente al timore di complicazioni nelle interazioni con persone sorde, durante gli AperiLIS, come nelle lezioni di Mauro, persone udenti e sorde si trovano in perfetta sintonia. «In queste occasioni – spiega Mauro – chi vuole parlare, parla, chi vuole ‘segnare’, segna. Non ci sono limiti, proprio perché, a differenza di quanto si pensa, noi persone sorde non ne abbiamo».
«C’è una grande differenza tra ciò che accade durante le lezioni di Mauro e le serate che proponiamo qui – racconta Mari -. La bellezza di questi aperitivi è quella di far capire che dietro la sordità c’è un mondo intero. Nel nostro bar, per esempio, non si capisce più chi è udente e chi no. È un’armoniosa miscela di persone, alcune che ‘segnano’ e altre che parlano».
Il primo approccio al mondo della sordità e della lingua dei segni italiana è stato per Maria molti anni fa, quando decise di intraprendere il corso base di 20 ore per avvicinarsi alla LIS: «Consiglio questa esperienza a tutti, è un percorso personale e lavorativo molto profondo» racconta, «e per chi poi si appassiona è possibile seguirne uno più specializzato di 400 ore che offre la possibilità di diventare interprete o assistente alla comunicazione» conclude Mauro.
Gli eventi di integrazione organizzati da Mauro e Maria stanno diventando sempre più frequenti: il prossimo 8 settembre verrà promosso un altro aperitivo ad Azzate, mentre il 29, presso il bar l’800 Mangiabeveria, avrà luogo per la prima volta un karaoke collegato alla lingua dei segni: «Dovremo studiare la cosa con cura, ma l’obiettivo è positivo. Ci saranno 4 giudici, 2 udenti e 2 sordi. Il nostro scopo – conclude Mari – è rendere i bar luoghi quotidianamente accessibili a tutti e per questo vorrei ringraziare i miei colleghi e il mio titolare Isacco Bonardi per il supporto costante e la fiducia che mi hanno dato; ma soprattutto Mauro, il mio professore. Lo ringrazio per la cura e l’amore con cui mi ha dimostrato, e ogni giorno mi dimostra, che non esistono limiti, se non quelli che noi stessi ci poniamo, e per avermi insegnato ad aprirmi con entusiasmo a un mondo diverso da quello che quotidianamente viviamo».
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