Dalla leggenda di Annibale a Napoleone il passo più alto della Via Francigena è uno spettacolo
Il media tour a cui prendono parte il direttore e il varesino Neven di Spiritual tour, ha ultimato la seconda tappa in Svizzera arrivando a Bourg St-Pierre
Sveglia alle 7 con un cielo e una luce incredibile. Le cime delle montagne si illuminano e promettono scenari da favola.
La seconda tappa è più corta di quella di ieri. Sono circa quattordici chilometri con un dislivello simile a ieri. Le guide hanno presentato le caratteristiche di questo tratto del cammino tra un giro e l’altro di Raclette in una delle latterie storiche del Vallese a Orsières. La meta della tappa è Bourg-St-Pierre un minuscolo paesino subito sotto il Colle del Gran San Bernardo.
Un percorso storico che parla molto di Napoleone che passò da qui con l’idea di sorprendere i piemontesi ma non aveva fatto i conti con Bard. La fortezza e la Dora erano a difesa della valle ma anche a chiudere la via di accesso al Piemonte. Non fu proprio una passeggiata per il francese che decise di assediare il forte e alla fine lasciò un cumulo di macerie al suo passaggio. La sorpresa del suo arrivo in Italia svanì, ma questa è tutta un’altra storia. La nostra impresa è più semplice e in questi giorni viaggiamo addirittura leggeri visto che ci trasportano anche i bagagli. La salita comunque rimane e li servono buone gambe e tanto fiato. Partiamo da 900 metri per arrivare oltre i 1600 ma in mezzo abbiamo dei punti in cui si scende e da qui si capiscono allora i quasi mille metri di dislivello.
LA TAPPA
Lasciamo Orsières passando sulla riva destra del Dranse d’Entremont. Ci sono vari ponti nel cuore del piccolo paese attraversato da questo fiume che ci accompagnerà fino a Bourg-St-Pierre. I suoni che si distinguono di prima mattina sono i campanacci delle mucche e l’acqua che corre lungo il fiume con una gran voga spinta dal forte dislivello. Qui la vita scorre lentamente e si sentono qua e là i rumori di antichi mestieri dimenticati ormai anche nelle piccole cittadine dove vive la maggioranza della popolazione. Si sale subito e il sentiero ci fa capire come sarà la giornata. Tanto verde e azzurro con un sole già alto a illuminare le creste. Il cammino è piacevole quasi tutto su strada sterrata. Una pausa piena di fascino con le guide che hanno preparato delle tartine con il formaggio Serac e un mix di erbe prese lungo il percorso. Otto chilometri in tutto per arrivare a Liddes dove abbiamo fatto la pausa pranzo nel ristorante San Bernard. Le guide sono entrare da subito nello spirito del gruppo e continuano a proporre piccole esperienze per conoscere il territorio. Parlano italiano anche se con uscite a volte divertenti, ma sono molto attente. La tappa di oggi, pur correndo spesso vicino alla statale 21 che sale al passo, è uno spettacolo continuo. Scenari di montagna con la vista di vette oltre i tremila e qualche ghiacciaio. C’è il tempo per gustarsi anche un mini bagno nel torrente ghiacciato. Dopo tante mucche abbiamo visto volteggiare sopra di noi un grande nibbio.
L’ultimo chilometro è sempre ostico, ma stavolta ci fa anche un regalo. Subito dopo l’ultima salita ripida in mezzo a un prato si scorge una piccola cappella e subito sotto il nostro hotel che è all’ingresso del piccolo borgo. Nemmeno a dirlo, ma il suo nome è già un programma: “le Bivouac de Napoléon” a ricordarci, Come scrivevamo, che qui è passata la storia. Anche se già a Liddes avevamo avuto altre indicazioni con la presenza di diversi elefanti a ricordare Annibale, un altro condottiero che la leggenda voleva passato anche lui da qui, ma la storia non è proprio andata così. La Via Francigena è valorizzata da una segnaletica che rimarca la presenza dello storico cammino.
IL TEAM E LE GUIDE
Siamo in dieci, sette italiani, una argentina e due svizzere. Marco Giovannelli, camminatore per passione e direttore di Varesenews ha un legame vitale con la Via Francigena ed è il più anziano del gruppo. Monica Nanetti fa la giornalista economica ma la sua grande passione per i viaggi l’ha portata a dar vita a un progetto significativo fin dal nome scelto: “Se ce la faccio io”. Davide Fiz cammina anche lui per passione, ma anche per trasmettere un messaggio forte. È il fondatore di Smart Walking e da due anni, al mattino cammina e al pomeriggio lavora. Ha viaggiato in lungo e largo per il Paese. Nicole Franciolini lavora all’interno dell’Associazione Vie Francigene. Neven Adzaip ha un tour operator e da tempo conduce gruppi e organizza attività legate al cammino. Arriva da Varese ma lo si trova spesso in Toscana, sulla via Francisca del Lucomagno e altrove. Rocío Cali ha scelto l’Europa per il suo percorso di studi legati al turismo. Arriva dall’Argentina e negli ultimi mesi per motivi di studio è stata in Scozia, Barcellona e Napoli. Mary Jane fa la travel blogger con una grande produzione video che oscillano tra la filosofia e lo spirito del viaggio. È legata a New York per tante ragioni. Andrea Mattei è un grande camminatore, lavora e scrive di cammini per la Gazzetta dello sport. Romano trapiantato da tanto tempo a Milano ama lo zaino e prendere appunti con una biro e un bloc notes anche se ormai il suo lavoro è tutto nel digitale. Con noi anche le due guide locali Rachel Man e Joëlle Luisier e un ruolo speciale per Gaëtan Tornay, direttore del Pays du St-Bernard, Vice- presidente dell’Associazione Europea della Via Francigena e presidente dell’Associazione Svizzera della Via Francigena.
Tre giorni per arrivare sul Colle del Gran San Bernardo sulla via Francigena
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