Alla Casa Circondariale di Varese uno spettacolo che parla di libertà dell’individuo e di violenza di genere
La rappresentazione avverrà venerdì 24 novembre all’interno del progetto “Un futuro in comune 2” della Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione, Enaip e Comune di Varese

«Mai come oggi il tema della violenza e della violenza di genere, sempre più drammatico, merita spazi di riflessione» sono queste le parole usate da Carla Santandrea, direttrice del penitenziario, nel presentare lo spettacolo teatrale in carcere del prossimo 24 novembre.
La violenza di genere sarà al centro del lavoro teatrale proposto ai detenuti all’interno del progetto “Un futuro in comune 2” della Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione, Enaip e il Comune di Varese, in collaborazione con l’Associazione Oblò, la Cooperativa Sociale Intrecci e Cassa delle Ammende.
Lo spettacolo metterà in scena un reato, ponendo in primo piano la vittima e l’autore, e analizzando più nel dettaglio le varie situazioni con l’intervento degli spettatori. La rappresentazione prende spunto dal Teatro dell’oppresso” di Augusto Boal, un metodo teatrale che permette di usare diverse tecniche, fornendo i giusti strumenti per un cambiamento personale, sociale e politico, stimolando la creatività e l’emozione.
È proprio questo quello che si vuole fare: gli spettatori potranno assistere, ma allo stesso tempo proporre una loro idea che l’attore potrà mettere in scena.
Non si parlerà solo di violenza sulle donne, ma anche di libertà. Emergeranno una serie di riflessioni sulle relazioni, su come ci si pone con l’altra persona e su come assumersi le responsabilità delle proprie azioni. Sarà uno spettacolo, come sostiene la Direttrice dedicato anche: «A sensibilizzare i detenuti al tema della violenza sulle donne, e più in generale al rispetto reciproco e alla libertà di ogni singolo individuo».
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