Buona notizia a Gallarate, il fascino del cinema in sala c’è ancora
Alla proiezione di "Comandante" al cineforum delle Arti c'era la coda. Perché il cinema in sala, accompagnato anche da un'introduzione, è esperienza che sa ancora conquistare

Lo sappiamo: un tempo non sarebbe stata una notizia. Ma in anni recenti – e ancor più dopo il Covid – vedere la coda fuori da un cinema, in una serata già gelida, è qualcosa che si può raccontare: è una buona notizia, il fascino del cinema in sala esiste ancora.
Rito collettivo, spazio salvaguardato e protetto dalla fretta di tutti i giorni, momento per mettere da parte il cellulare e l’ossessione (per alcuni) di leggere le notifiche.
La fila fotografata è al Cinema Teatro delle Arti di Gallarate, dove i volontari giovedì sera si sono trovati a gestire un grande afflusso per la proiezione di Comandante, il film di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino nei panni di Salvatore Todaro, ufficiale sommergibilista che nel 1940 salvò ventisei naufraghi belgi, dopo averne silurato il mercantile carico di armi inglesi.
Film annunciato da tempo (il regista ha scoperto la storia di Todaro da una significativa citazione fatta dal comandante della Guardia Costiera, nel 2018) e preceduto, in questi due mesi, da qualche polemica con sfondo politico malamente innescata dopo la Mostra del Cinema di Venezia.
E Comandante non è solo una storia ripescata ma è un film politico, con un messaggio collettivo, valenza civile, come ha sottolineato Gabriele Lingiardi, che cura il cineforum serale delle Arti, che offre introduzione prima e commento dopo il film.
«Ora speriamo nel tutto esaurito per settimana prossima» dicono a fine serata i volontari delle Arti.
Giovedì 23 novembre si prosegue con “Cento domeniche”, il nuovo film di Antonio Albanese, storia di un uomo normale stritolato da un evento inatteso che travolge il suo mondo di provincia.
Il ciclo si conclude il 30 di novembre con “Il caftano blu”, pellicola della cineasta marocchina Maryam Touzani, che indaga il tema dell’omosessualità nel contesto di una società ancora impregnata di valori tradizionali. Sono gli ultimi due film del secondo ciclo autunnale delle Arti, che quest’anno hanno puntato su cicli brevi (cinque pellicole) che prevedono un percorso per temi che tiene insieme film appena usciti e altri “ripescati” tra quelli degli ultimi mesi.
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