Un anno al Polo Sud: parte da Varese l’avventura in Antartide di Gabriele Carugati

43 anni, papà di un figlio 12enne, tecnico di laboratorio dell’Università dell’Insubria, è stato selezionato per partecipare alla XX Campagna antartica invernale alla Stazione Concordia (Dc20)

Generico 30 Oct 2023

Gabriele Carugati, tecnico di laboratorio dell’Università dell’Insubria, è in partenza per trascorrere un anno al Polo Sud: è stato selezionato per partecipare alla XX Campagna antartica invernale alla Stazione Concordia (Dc20), nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra) del Ministero dell’Università e della ricerca (Mur). Carugati parte domani (venerdì 3 novembre) e starà in Antartide fino a novembre 2024 come station leader del “gruppo degli invernanti”, 13 profili che rimarranno in completo isolamento a causa delle temperature estreme che rendono la base Concordia inaccessibile.

Quarantatré anni, originario di Manera, piccola frazione tra Como e Milano, Gabriele Carugati si è candidato a luglio 2023 per la posizione di Scientifico per le attività di Chimica/Glaciologia, ruolo che richiede competenze specifiche nella gestione di campionamenti di neve e firn (strati di neve degli anni precedenti), rilievi nivologici e misure dirette di gas e particolato atmosferico. All’Insubria dal termine degli studi superiori, nella sede scientifica di via Valleggio a Como, Carugati ha conseguito la laurea triennale e il titolo specialistico in Scienze Ambientali con indirizzo chimico, a Como, e poi proseguito i suoi studi fino a ottenere il titolo di dottore di ricerca in Scienze chimiche.

Per prepararsi alla Concordia, Carugati ha partecipato a due percorsi di formazione: un pre-departure meeting al Centro ricerche Enea Casacca di Roma e Esa Pre Base Data Collection al Centro di addestramento degli Aeronauti Dlr a Colonia, in Germania.

Il “team degli invernanti”, o “Winterover”, comprende 5 italiani, 7 francesi e 1 svizzero: professionisti altamente qualificati, fisici, elettricisti, meccanici, chimici, astrofisici, cuochi, idraulici, informatici, elettronici, medici che fino a febbraio saranno di supporto a una cinquantina di ricercatori impegnati in diversi progetti scientifici, poi rimarranno soli a custodire la base durante l’inverno antartico, che inizia a febbraio e si inasprisce da maggio a settembre.

Carugati, che è stato scelto come station leader per la sua dedizione e le sue competenze, avrà la responsabilità di tenere aperta la base, coordinare le attività e gestire i rapporti con il Coc, il Concordia Operational Committee. Tra i compiti durante l’inverno artico anche quello di essere a disposizione del medico Esa per raccogliere dati per l’Agenzia Spaziale Europea, dati che saranno utilizzati per migliorare le condizioni sulla Stazione Spaziale Internazionale in orbita e per una futura base su un altro pianeta.

Per Carugati e il suo team saranno quasi nove mesi, quelli dell’inverno artico, senza nessuna possibilità di spostamento, senza poter ricevere visite e con comunicazioni limitate: la telefonata quotidiana di Gabriele sarà con suo figlio Alessandro, 12 anni, fiero della missione di papà.

«È un sogno nel cassetto che mi porto dentro dalle elementari – racconta prima di partire – quando guardando i documentari in tv pensavo che “anch’io un giorno parteciperò ad una missione tra i ghiacci dell’Antartide”, un sogno che si sta realizzando. Ci ho creduto tanto, ora spero di svolgere egregiamente il mio lavoro e portare a temine la missione nel migliore dei modi».

La Stazione Concordia è una base di ricerca permanente italo-francese che si trova sul plateau antartico, nel sito denominato Dome C a un’altitudine di 3233 metri sul livello del mare, distante circa 1200 km dalla costa: un’altura appena percettibile sulla calotta glaciale che ospita la struttura della base. La Concordia, aperta ininterrottamente dal 2005, è costituita da due edifici prismatici che sono comunicanti per mezzo di un passaggio coperto: i cilindri hanno diametro di 18.5 metri, altezza 11 metri. L’altezza totale rispetto al suolo ghiacciato supera i 14 metri perché ogni struttura poggia su sei “zampe” di ferro la cui lunghezza è regolabile per compensare il lento sprofondamento nel ghiaccio.

L’Università dell’Insubria si congratula con Gabriele per questa incredibile avventura e seguirà le sue attività a distanza attraverso il sito e i social ufficiali di ItaliAntartide e di Ateneo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Novembre 2023
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