“L’inafferrabile senso della vita”, nel romanzo di Folador il coraggio di essere coerenti
Una storia che prende spunto da vicende realmente vissute da don Erasmo giovane prete che alla fine degli anni Venti fu destinato alla parrocchia di Induno

Il male, nella sua banalità, mostra i suoi effetti nell’immediato. Non ha bisogno della pazienza e tantomeno della consapevolezza perché non deve costruire nulla, ma solo distruggere. Il bene ha invece bisogno del giusto tempo della semina e del perdono perché per costruire un futuro felice ci vogliono fondamenta solide.
“L’inafferrabile senso della vita” (il pozzo di Giacobbe), il nuovo romanzo, e anche il primo, di Massimo Folador, mette il lettore di fronte alle scelte fondamentali della vita a cui nessuno può sottrarsi, essendo l’uomo per sua natura un ricercatore di senso.
La storia raccontata da Folador prende spunto dalle vicende realmente vissute da un giovane prete, don Erasmo, che alla fine degli anni Venti, in piena dittatura fascista, viene destinato alla parrocchia di Induno. Il sacerdote con una sola esperienza alle spalle, si trova ad affrontare una realtà ben diversa da quelle che aveva vissuto prima. E così decide di scrivere su un diario i pensieri e i fatti che scaturiscono dall’incontro con la nuova comunità, dal maggio 1927 fino al maggio del 1929, anno del concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa.
Sarà la vita vissuta nella comunità a riempire il foglio bianco del diario, costringendo don Erasmo ad ascoltarsi per scoprire, giorno dopo giorno, che la consapevolezza generata dalla coerenza con i propri valori è un percorso difficile, una croce che va presa sulle spalle anche in nome e per conto di quelli, che pur riconoscendosi negli stessi valori, scelgono di stare in silenzio.
Il richiamo di bellezza e verità che scaturisce dalla fede religiosa, non può essere ignorato troppo a lungo, soprattutto da chi ha scelto di assecondare la propria vocazione spirituale.
E poco importa se i rappresentanti del potere, a cominciare dal Podestà fino al medico del paese, passando per il direttore di banca, per soddisfare discutibili interessi personali e meschini appetiti non esitano a calpestare chi si oppone alla loro volontà usando l’arma della maldicenza.
Essere screditati agli occhi della comunità è un metodo che funziona nell’immediato ma che non regge la prova del tempo e delle persone perbene che pure in questa storia ci sono, risultando fondamentali nel far sentire meno solo il giovane parroco nel momento delle scelte.
Don Erasmo non vuole diventare il prete che i potenti desiderano e pertanto sfida «chi ha il compito di guidare il paese verso il futuro» con la sua coerenza, perché alcuni pezzi di quel futuro sono estranei alla sua vocazione.
Folador, nel ruolo di consulente e formatore aziendale e docente di business ethics, da tempo ribadisce la necessità di recuperare bellezza e verità nell’agire quotidiano.
Lui, anche grazie alla letteratura, c’è riuscito.
Massimo Folador
L’inafferabile senso della vita
pp 220
Il pozzo di Giacobbe
2023
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