Un sogno per Capodanno
di Alda M.C. Torri

I fuochi d’artificio sono doppi al mare. Accendono il cielo buio e galleggiano nell’acqua tra le onde. Un gran chiasso di motori, grida, echi di musica trash si alzano dalla strada alle spalle della spiaggia tra fumi di zolfo, vin brulé e fritto.
Vincenzino è seduto sulla sabbia con una bottiglia di birra in mano. Capodanno, che giorno idiota, barbotta fra sé, e beve. È ubriaco, arrabbiato. È solo. Ha perso tutto. Scelte sbagliate, o un destino assurdo. Osserva il mare, così attraente. Basterebbe poco a perdersi nell’acqua scura. Non se ne accorgerebbe nessuno. Sua madre è morta da anni. Il padre aveva abbandonato la famiglia quando lui era un ragazzo. Asciuga una lacrima con il polsino della giacca. Lo odia, ma sente la mancanza.
Una voce lo risveglia dal torpore dell’alcol.
“Hai da accendere?”.
È un giovane a piedi nudi, incurante della sabbia gelata. Gli allunga una sigaretta e si siede al suo fianco.
Vincenzino si scola la bottiglia, sul viso un ghigno.
“Tieni, l’ho usato per dar fuoco alla macchina”
“Hai bruciato un’auto?”
“Nemmeno ce l’ho, il mio socio l’ha portata via. Un problema in affari”. Il giovane alza le spalle mentre guarda le stelle. “Questa è la notte dei desideri. Ce l’hai un sogno per il nuovo anno?”.
“E tu chi sei, Babbo Natale?”
“No, però so che la magia esiste”
E doveva capitare a me questo fuori di testa proprio stasera, pensa Vincenzino. Lo guarda interdetto, poi decide di stare al gioco.
“Mi hai incuriosito, cosa dovrei fare secondo la tua magia, sentiamo”.
“I desideri del cuore si avverano, scriviamo i nostri”
Da una tasca tira fuori due scontrini sgualciti. Ciascuno scrive il suo sogno, e li nascondono sotto due sassi perché non volino via.
“Devo andare ora, ciao amico. Ci ritroveremo”.
Vincenzino lo osserva allontanarsi. Guarda i due sassi, e scuote la testa. È troppo stanco anche per morire. Si infila in una cabina abbandonata per passare la notte. È l’alba del nuovo anno. La spiaggia è deserta e umida. Un clochard con il suo vecchio cane recupera ciò che resta della notte di baldoria.
“Jupiter! Non correre, non ti sto dietro”.
Il cane si rifugia in una delle cabine in legno. L’uomo lo segue e scopre una persona arrotolata in una coperta sulla panca all’interno. Vincenzino si sveglia con il cane addosso.
“Scusami, non volevo svegliarti” gli mormora l’anziano.
Gli sguardi dei due si incrociano, esitano.
“Vincenzo!” esclama il clochard sbalordito.
“Papà, com’è possibile?”.
Sulla battigia i due sassi non ci sono più, inghiottiti dal mare.
Racconto e illustrazione di Alda M.C. Torri (www.ilcavedio.org). – Serie: Bianco dicembre
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