Busto ricorda il sacrificio dei lavoratori della Comerio Ercole. 80 anni fa la deportazione nel lager
Cerimonia molto partecipata per la commemorazione della commissione interna da parte dei militari nazisti che cercavano di fermare gli scioperi nelle fabbriche della zona

Celebrato a Busto Arsizio l’80° anniversario della deportazione a Mauthausen della Commissione interna della ditta Comerio, colpevoli di aver fomentato uno sciopero. Il 10 gennaio del 1944 Vittorio Arconti, Arturo Cucchetti, Ambrogio Gallazzi, Alvise Mazzon, Giacomo Biancini, Guglielmo Toia e Melchiorre Comerio vennero arrestati e successivamente deportati al campo di concentramento, eccetto Comerio che venne rilasciato.
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Il ricordo di un gruppo di uomini coraggiosi
Nel pomeriggio di sabato 20 gennaio, questi coraggiosi lavoratori, insieme ai partigiani della stessa ditta Giovanni Ballarati, Luigi Caimi, Rodolfo Mara, Bruno Raimondi e Mario Vago, sono stati ricordati al parco Comerio con la deposizione di una corona di fiori al monumento commemorativo e un momento di raccoglimento. La cerimonia è stata promossa dall’associazione “Noi della Comerio Ercole 1885”, dalle Rappresentazione Sindacali Unitarie della ditta e dall’Amministrazione comunale, con la partecipazione di diverse sezioni ANPI, ANED, Camera del Lavoro e il raggruppamento patriottico divisione “Alfredo di Dio”.
Oltre al sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, erano presenti diverse autorità ed esponenti politici di alcuni dei comuni limitrofi, il Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana, diverse sezioni dell’ANPI, gli alpini, i parenti delle vittime e dei caduti della Seconda guerra mondiale.
Un dovere morale ricordarli
Successivamente, alla sala Conferenze del Museo del Tessile, si è tenuta la commemorazione civile. Il sindaco Antonelli, nel suo intervento, ha ricordato l’importanza della memoria soprattutto in questo momento storico caratterizzato da conflitti. «Nonostante il passare del tempo non rinunciamo ad essere qui perché consideriamo questo momento non solo come un omaggio ai caduti ma come un dovere morale. – ha detto il sindaco – Siamo qui perché la distanza temporale dei fatti continua ad aumentare e dobbiamo evitare che lentamente la loro memoria scivoli nell’oblio o nell’indifferenza, cosa che non possiamo permetterci in questo periodo tormentato da due conflitti a poca distanza da noi».
Una ribellione contro il regime
Il presidente della sezione ANPI di Busto Arsizio Liberto Losa ha ricordato il coraggio dei lavoratori della Ercole Comerio che hanno scioperato per le condizioni insostenibili in cui versavano, insieme a tante altre fabbriche. «Atti di ribellione contro la guerra, contro il regime, contro l’occupazione militare nazista. Quegli scioperi avevano una matrice e un rilievo patriottico. Il nostro ricordo odierno – ha detto Losa – esprime gratitudine verso coloro che così manifestando, con grandi sacrifici e tragiche conseguenze, contribuirono a costruire quell’alba di libertà che si espresse nell’insurrezione del 25 aprile».
Le lettere ai famigliari
Presente anche l’onorevole Mariapia Garavaglia, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, il cui intervento dal titolo “Passato, Presente, Futuro… Tutto da salvare, tutto da tramandare” ha sottolineato il valore delle parole e l’importanza della testimonianza. «Ci sono delle lettere (di partigiani) che non possiamo neanche immaginare che fortezza d’animo, che ispirazione alta e ontologica hanno. Parlavano (i partigiani) – ha detto l’onorevole Garavaglia – alle mogli e ai figli dicendo che si immolavano, senza avere paura, sapendo il perché. Se hanno avuto loro il coraggio di comunicarlo ai loro familiari in punto di morte, saremo capaci noi di comunicare con il nostro esempio e con la testimonianza. Le prediche non servono, chi parla senza testimoniare è un bugiardo».
L’importanza della memoria per gli studenti
Presenti alla commemorazione civica anche gli alunni del liceo musicale Bausch, che hanno suonato “6 minuti all’alba” di Enzo Jannacci, “Sonata per flauto e pianoforte” di Poulenc e “Bella Ciao”, e alcune alunne della 4DSU del liceo Crespi che hanno letto testimonianze significative tra cui quella di Rosetta Rossetti, operaia della Bassetti di Rescaldina deportata e sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, una lettera di Umberto Fogagnolo, partigiano attivo nelle fabbriche di Milano e hanno concluso con la lettura di “Auschwitz” di Guccini.
La manifestazione si è conclusa con la cerimonia religiosa alla Chiesa Prepositurale San Michele.
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