Crac Varese Calcio, Alì Zeaiter ha richiesto il rito abbreviato
L’udienza dinanzi al gup di Varese. La difesa presenta documentazione legata a dimostrare l’estraneità ai fatti del ex presidente biancorosso
Si va verso il rito abbreviato per il crac dell’allora Varese 1910 di calcio legato all’accusa di bancarotta cui è chiamato a rispondere ora l’ex proprietario del club, sia pure per un periodo brevissimo, vale a dire l’imprenditore libanese Alì Zeaiter.
Finito in un filone processuale distinto da quello del suo vice Massimo Trainito, Zeaiter, tramite il suo difensore avvocato Andrea Boni ha chiesto di accedere a rito alternativo (differente dunque dall’ordinario che prevede in caso di rinvio a giudizio l’apertura del dibattimento), che consiste in un accorciamento dei tempi che la giustizia premia col decurtamento di un terzo dell’eventuale pena. La prossima udienza è stata fissata per il 25 di giugno.
Dinanzi al gup di Varese martedì (16 gennaio) mattina in camera di consiglio il legale ha depositato un fascicolo documentale nel quale si fa riferimento ai versamenti effettuati ad un’agenzia per l’acquisto di biglietti e la copertura di spese di soggiorno per intera squadra. Spese che risalgono all’estate 2015, quindi durante la sua presidenza lampo, fra l’8 e il 30 giugno sempre di quell’anno. Poi però ci fu il fallimento della squadra, e da qui le indagini legate all’ipotesi di una volontaria distrazione patrimoniale.
Ora si va, con l’abbreviato, verso la fine di questa vicenda che ha già visto nei mesi scorsi la condanna del vice di Zeiter, l’imprenditore siciliano Massimo Trainito condannato a due anni nell’ambito della medesima bancarotta “per distrazione“, quando il collegio giudicante decurtò della metà la pena richiesta dal pubblico ministero.
La tesi difensiva invocata dal legale di Trainito, Matteo Pelli, era – se si ricorderà – molto simile a quella seguita dalla difesa Zeiter, vale a dire l’incongruità fra le esposizioni finanziarie della squadra che ammontavano a svariati milioni, e le distrazioni contesta agli indagati invece assestate su volumi di appena decine di migliaia di euro.
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