“Se io fossi un edificio”: al Maga di Gallarate un viaggio nel mondo con i ragazzi
Figli della città, nomadi digitali, migranti con radici tra più continenti: al museo i quadri con le storie raccolte dai laboratori della Settimana dell'Intercultura
E se dovessi raccontare te stesso, attraverso un luogo o un edificio, cosa sarebbe? Nelle risposte delle ragazze e dei ragazzi di Gallarate c’è mezzo mondo: la moschea grande di Casablanca e lo stadio di San Siro, la ka’ba e la casa di pietra nel centro di Gallarate.
Tutti luoghi raccolti su una grande parete, un’opera collettiva nata al museo Maga dai laboratori del progetto dedicato alla settimana dell’Intercultura “Scuola aperta al mondo”, organizzata dalla Rete degli Istituti comprensivi della Città di Gallarate .
Nella mattina di sabato 27 gennaio il museo di arte contemporanea è stato invaso da bambini, ragazzi, genitori, nonni. Ogni studente cerca il “suo” tassello, ma è interessante vedere nel complesso i grandi quadri che occupano le pareti, che racconti percorsi lineari o tortuosi, storie individuali, passioni, vicende di famiglia.
«Ho scelto la reggia di Caserta perché il mio papà viene da Napoli e mi piace» racconta Lorenzo mostrando il suo “tassello” al muro. Al fianco c’è il palazzo reale di Madrid, scelto da un suo compagno di classe.
C’è il bambino dal nome indiscutibilmente straniero che sceglie (come altri) lo stadio della Juventus come luogo del cuore e la bambina – anche lei con nome venuto da lontano – che sceglie un poetico edificio d’Appennino; un altro racconta che ha scelto un monumento della città dove ha vissuto in passato. E ancora boschi verticali e torri di Pisa, cupole brunelleschiane e condomìni della periferia gallaratese.
Il progetto e la mostra di Michele Ciacciofera “Condensare l’infinito”
Il progetto – curato dal Dipartimento educativo del Maga – è dedicato a bambini di 3-4-5 anni di Scuola dell’infanzia e ai ragazzi di classe prima di Scuola secondaria di primo grado ed è stato pensato in occasione della mostra di Michele Ciacciofera dal titolo “Condensare l’infinito”, a cura di Alessandro Castiglioni, un’installazione ambientale che nasce come un viaggio che dalla Sardegna si muove sull’arco alpino, in Bretagna e infine in Scozia, alla ricerca di quelle forme archetipiche che sono alle radici del rapporto tra civiltà ed esperienza dei luoghi; l’artista fa riferimento alla ricerca di forme originarie che si manifestano e persistono nella storia umana, come le forme megalitiche del Neolitico, menhir, dolmen e massi erratici votivi che attraversano il Mediterraneo, l’Europa continentale e l’Europa del Nord.
In museo l’artista presenta una serie di acquerelli su carta e di sculture realizzate con materiali di recupero, come carte e cartone, vetro, metallo e ceramica, traducendo con un linguaggio più contemporaneo i temi affrontati.
Il laboratorio per i ragazzi
Il percorso prevede un’attività propedeutica di raccolta di materiale da svolgere in classe: il Dipartimento educativo ha appunto distribuito a ogni alunno una cartolina, appositamente preparata, che i ragazzi hanno completato inserendo una fotografia di un edificio, fotocopiata da una fotografia personale oppure stampata dal web o presa da una rivista.
«La mostra è nel museo, ma c’è una porta aperta attraverso cui la mostra continua, sono i vostri laboratori» ha detto sabato mattina Ciacciofera ai ragazzi, collegato da Parigi.
Tutti i partecipanti coinvolti nel progetto hanno visitato la mostra Condensare l’infinito e al museo viene proposta loro una mappa del mondo, appositamente preparata, in cui sono presenti alcuni edifici significativi per la storia dell’umanità.
Gli alunni, sia di Scuola dell’infanzia che della Scuola secondaria di primo grado sono stati invitati a portare in museo, oltre alla cartolina preparata in precedenza, un piccolo oggetto che ricordi loro la propria casa e che è stato inserito nell’installazione realizzata in museo.
Durante i laboratori gli studenti hanno lavorato con moduli di cartone di diverse dimensioni all’interno dei quali, partendo dalle suggestioni offerte dall’edificio selezionato per la cartolina, hanno costruito un’ambiente in cui inserire l’oggetto d’affezione.
Tali i moduli sono stati ricomposti su una grande parete, allestita nei laboratori didattici, che potrà essere visitata dai genitori il giorno dell’inaugurazione.
Il Dipartimento educativo del museo collabora ormai da quattro anni con la Rete degli istituti comprensivi per la progettazione e la realizzazione di percorsi educativi mirati a sensibilizzare gli studenti di ogni ordine e grado su specifici temi, inserendosi nel programma che, ogni anno, le scuole elaborano per l’occasione.
Durante questi anni i progetti per la Settimana dell’Intercultura hanno esplorato diverse aree tematiche per riflettere sulle possibilità che derivano dall’incontro di culture differenti: le tradizioni culinarie e tessili delle diverse aree del mondo con i progetti “Profumo di mondo” e “Le case di stoffa”, la storia, i profumi, i colori e i sapori delle spezie con il progetto “Color mundi”, il tema dell’identità, durante il periodo della pandemia, con il percorso “Contatti. Definire la propria identità in una nuova dimensione sociale”, l’attenzione al linguaggio scritto e orale attraverso il progetto “La forma della voce” e l’indagine sulla società contemporanea attraverso i suoi miti, mettendo a confronto gli idoli di riferimento di diverse generazioni e di diverse provenienze geografiche, religiose e culturali con il progetto “Personaggi mitici”.
La mostra nata dai laboratori è aperta al pubblico sabato 27 e domenica 28 gennaio 2024.
SE IO FOSSI UN EDIFICIO. Abitazioni e architetture nelle diverse zone del mondo
Gallarate (VA), Museo MA*GA (vie E. De Magri 1)
Sabato 27 e domenica 28 gennaio 2024
Orari:
sabato e domenica: 11.00 – 19.00
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