Regione investe 50 milioni di euro per rendere le università lombarde tra le più attrattive in Europa
In visita all'Università dell'Insubria, l'assessore Alessandro Fermi ha parlato di investimenti per tecnologia e alloggi per aumentare la quota di stranieri. E nella sfida con il Canton Ticino: "Vinciamo noi anche sei poi i giovani laureati fanno altre scelte"
Ha fatto tappa all’Università dell’Insubria il tour dell’assessore regionale Alessandro Fermi tra gli atenei lombardi. Accolto dal Rettore Angelo Tagliabue, dal direttore generale Marco Cavallotti, da docenti, personale tecnico e amministrativo e studenti, ha avuto modo di conoscere e approfondire la storia e l’offerta dell’ateneo suddiviso su tre sedi: Varese, Como e Busto Arsizio.
In platea, per ascoltare i numeri e i traguardi raggiunti in oltre 25 anni di attività, anche il sottosegretario regionale Raffaele Cattaneo e il consigliere Emanuele Monti.
ATENEO DI MEDIE DIMENSIONI CON UN RAPPORTO OTTIMALE DOCENTE/STUDENTE
Nei saluti istituzionali, il rettore ha raccontato i numeri odierni: quasi 12.000 studenti, 435 professori, 352 amministrativi e tecnici, 8 dipartimenti, 56 centri di ricerca, 23 corsi di laurea triennale, 3 corsi a ciclo unico di cui uno con titolo europeo, 15 percorsi di laurea magistrale di cui 8 con doppio titolo europeo, la scuola di medicina: « Un ateneo di medie dimensione che dovrà rimanere tale – ha affermato Angelo Tagliabue – perchè gli investimenti saranno di tipo qualitativo. L’Università dell’Insubria offre un rapporto docenti studenti ottimale ed è il valore su cui continueremo a puntare, senza dimenticare le relazioni con le realtà straniere che aiutano a contaminarsi, per migliorarci sempre, mantenendo fedeli alle nostre peculiarità».
NEGLI ATENEI LOMBARDI IL 40% DEGLI ISCRITTI È DI FUORI REGIONE E IL 7% STRANIERO
Il 23% dell’offerta formativa dell’Insubria è in lingua inglese e sono 200 gli accordi per la mobilità internazionale. Gli studenti in Erasmus sono 298 e quelli stranieri nelle aule dell’ateneo sono 190. Un numero ancora piccolo, che l’assessore Fermi vorrebbe vedere crescere: « Regione Lombardia vuole rendere strutturali i fondi a sostegno del mondo accademico. Dopo gli investimenti legati al PNRR e alla legge 9, stiamo definendo un investimento di 50 milioni di euro nel triennio 2025/2027 per sostenere l’ innovazione tecnologica, migliorare la didattica e la ricerca, aumentare gli alloggi, così da far crescere l’attrattività dei nostri atenei. Oggi il 40% degli studenti arriva da fuori regione e il 7% dall’estero».
LA SFIDA CON IL CANTON TICINO
L’Università dell’Insubria ha un vicino di casa, il Canton Ticino, che mostra di apprezzare i laureati italiani: « C’è un problema legato soprattutto ad alcune professioni, come quelle sanitarie – commenta Fermi – È un tema ampio che riguarda anche le scelte personali dei giovani, il loro obiettivo di crescita professionale. Sul piano accademico, sono certo che l’offerta universitaria italiana abbia pochi eguali quanto a capacità di formazione. La nostra ambizione è quella di far crescere sempre di più la qualità accademica lombarda così da diventare un punto di riferimento europeo. È la sfida che vogliamo affrontare con questi investimenti e sono convinto che riusciremo ampiamente a vincere la competizione con il Canton Ticino».
GLI INVESTIMENTI DELL’INSUBRIA
L’Università dell’Insubria ha già, al suo attivo, una serie di investimenti importanti come il Teaching And Learning Center a disposizione di percorsi di didattica trasversale, per approcci di didattica innovativi il cui budget , nel triennio 2021/2023 è stato di quasi 1,5 milioni di euro; il Criett, centro speciale per la gestione moderna e funzionale delle grandi attrezzature scientifiche di ateneo, due piattaforme di ricerca avanzata: quella di microscopia elettronica e quella di analisi e caratterizzazione della Materia, banchi di simulazione odontoiatrica, un sequenziatore genomico, un cluster di calcolo per big data, un laser pulsato per studi sulla luce e uno spettrometro di massa, tutte infrastrutture finanziate con quasi 3,7 milioni di euro di cui 1,7 da Regione. Altri 10 milioni circa sono arrivati per progetti di ricerca tra PRIN del Ministero, Grant, e fondi regionali o di privati.
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