Castellanza piange la sua sindaca Mirella Cerini. In migliaia alla camera ardente a Palazzo Brambilla

Il saluto della città che ha amministrato fino all'ultimo respiro ha visto una grande partecipazione. Tra loro anche sindaci, ex-sindaci, rappresentanti delle associazioni cittadine

Sotto un cielo grigio il monumento dei caduti di Castellanza sembra brillare con quel cavallo imbizzarrito che porta sul dorso il corpo senza vita di un soldato. È questo l’ultimo luogo della città che ha visto in vita il sindaco Mirella Cerini, morta improvvisamente il 25 aprile scorso, pronunciare il discorso dedicato alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. A pochi metri di distanza quel palazzo Brambilla, sede del comune, dove ha speso gli ultimi otto anni della sua vita e si è accasciata a terra dietro un cespuglio pieno di fiori. Indossava ancora la fascia tricolore che l’ha accompagnata in quel tratto di strada.

Sono stati centinaia, questa mattina, i cittadini che hanno voluto renderle omaggio alla camera ardente allestita all’interno della sala delle Colonne, a pochi metri da dove si è accasciata a seguito del malore che l’ha stroncata con ancora la fascia tricolore addosso. Tra loro anche alcuni sindaci della zona come Lorenzo Radice, primo cittadino di Legnano, Marco Baroffio di Fagnano Olona ed Emanuele Antonelli di Busto Arsizio ma tanti lo faranno nelle prossime ore.

«Un sindaco attento ai giovani» – dice una ragazza con la felpa arancione, «una donna dal sorriso disarmante che trasmetteva tutto il suo entusiasmo e la voglia di fare» – dice un ex collega di lavoro di Busto Garolfo, «aveva stupito tutti quando fu eletta per la prima volta nel 2016 e mi corse incontro per abbracciarmi dopo la vittoria», – ricorda Alberto Dell’Acqua, segretario cittadino del Pd, «un sindaco da cui prendere esempio» – aggiunge il collega di Busto Arsizio Emanuele Antonelli.

Mirella Cerini era così, sempre presente, completamente immersa nel suo ruolo di sindaco di una città complicata come Castellanza, piccola ma grande, proprio come lei che teneva sempre alto lo sguardo anche davanti a chi credeva di poterle dare del filo da torcere.

L’abbraccio della comunità è stato potente e significativo perchè oggi chi si impegna in politica o è un ladro o uno sprovveduto, per moltissime persone, e invece lei incarnava la capacità di dedicarsi alla sua gente senza mai fermarsi: «Era presente ad ogni singolo evento della sua città, si dava molto agli altri e non le rimaneva tempo per se stessa. Questo è l’unico errore che le rimprovero» – dice il suo medico di base, visibilmente commossa.

Anche qualche avversario politico non ha mancato di portare il suo saluto a Mirella Cerini, sindaco tosto e sempre rimasto civico nonostante avesse una propria visione politica. A vegliare la sua salma adornata dall’amata fascia tricolore, i suoi compagni di viaggio da Claudio Caldiroli a Cristina Borroni, sulle cui spalle c’è ora l’eredità di un’amministrazione che sta portando avanti progetti importanti, Davide Tarlazzi e molti consiglieri comunali.

Domani (2 maggio, ore 11) si svolgeranno le esequie in San Giulio, terzo elemento del quadro che l’ha vista in azione per l’ultima volta, alle spalle del monumento ai caduti, col suo severo campanile che sembra vegliare sul potere temporale con la sua ombra. Castellanza oggi ha toccato con mano l’importanza di un ruolo, quello del sindaco, che troppo facilmente viene dileggiato e sminuito nella sua importanza ma che comporta, in coloro che hanno la responsabilità, una dedizione e un’attenzione che nella vita di tutti i giorni non si riesce a percepire in tutta la sua interezza.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Maggio 2024
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