Suicidio di un detenuto in carcere a Varese: “Una sconfitta per tutti, al Miogni situazione gravissima”
Il sindacato della Funzione pubblica della Cgil di Varese e della Lombardia denuncia le condizioni di sovraffollamento del carcere varesino e chiede interventi risolutivi al Governo e all'Amministrazione penitenziaria
Il sindacato della Funzione pubblica della Cgil di Varese e della Lombardia, interviene sul grave episodio accaduto nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 luglio nel carcere di Varese, dove un detenuto di 57 anni si è tolto la vita.
«Esprimiamo tutto il nostro dispiacere e il nostro disagio per questa morte – dice Gabriella Sierchio, segretaria generale della Fp Cgil Varese – Un’ulteriore ferita per questo luogo che dovrebbe custodire, in senso ampio, tutte le persone al suo interno».
«Ormai non passa settimana che le carceri non perdano una vita umana, che sia una persona ristretta o della Polizia penitenziaria – aggiunge Calogero Lo Presti, coordinatore Fp Cgil Lombardia -. Quello carcerario è un sistema sempre più precario e deficitario, incapace di intercettare le difficoltà delle persone, a partire da
quelle più deboli. Quando succedono questi eventi estremi la perdita e la sconfitta sono di tutti. Ed è grave che in un luogo sotto la responsabilità dello Stato, un luogo dove dovrebbe essere garantita la massima sicurezza, non venga garantita in primis la vita».
Nel carcere di Varese, spiega la Cgil, il sovraffollamento è del 95%: i posti regolamentari sono 53 ma attualmente è recluso quasi il doppio delle persone. Viceversa, le carenze tra gli organici sono croniche: «Cosa aspettano il Governo e l’Amministrazione penitenziaria? La deriva del sistema carcerario è in atto da tanto, troppo tempo. Bisogna intervenire con urgenza, ponendo rimedio alle tante problematiche di questi luoghi di detenzione e di lavoro. Come Fp Cgil continuiamo a fare da sentinelle e a denunciare questa miopia e questo disinteresse da parte delle istituzioni preposte. La situazione è gravissima e senza provvedimenti risolutivi diventerà incontrollabile. Lo temiamo e lo vogliamo scongiurare, lottando ogni giorno per il necessario cambio di rotta».
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