Cambiamento climatico e piogge distruttive: dal dibattito a Gavirate l’appello “Serve l’impegno di tutti”
Un folto pubblico ha seguito il confronto organizzato dall'associazione Gavirate Tra Parco e Lago. Presente il sindaco Parola insieme al collega Boriani di Luvinate, al presidente del Parco del Campo dei Fiori e il meteorologo Valisa
«Non si può più parlare di messa in sicurezza ma di mitigazione del rischio». Così il sindaco di Luvinate Alessandro Boriani ha raccontato gli sforzi che vengono messi in atto per arginare gli effetti di eventi atmosferici importanti, sempre più frequenti e che colpiscono territori fragili.
Il racconto di quanto fatto dalla sua amministrazione, dopo il disastroso d’incendio del parco del Campo dei Fiori nel 2017, è avvenuto durante la serata organizzata dall’Associazione Gavirate Tra Parco e Lago per fare il punto sulle inondazioni che hanno colpito in modo distruttivo la città gaviratese tre volte in 4 anni.
Molte le persone che hanno seguito il dibattito a cui hanno preso parte il sindaco di Gavirate Massimo Parola, il consigliere regionale di Azione – Italia Viva Giuseppe Licata, il presidente dell’ente Parco Giuseppe Barra e il consigliere di minoranza in consiglio a Gavirate Simone Foti.
Ad aprire la serata, il presidente dell’associazione Gianni Lucchina che ha sottolineato la necessità di fare fronte comune per affrontare la questione della sicurezza del territorio gaviratese. Un invito raccolto anche da Simone Foti.
Per inquadrare il problema da un punto di vista climatico è intervenuto Paolo Valisa del Centro Geofisico Prealpino che ha analizzato i tre distinti fenomeni avvenuti a Gavirate: il 7 giugno 2020, il 28 luglio 2021 e il 28 agosto scorso: «Mentre la perturbazione di 4 anni fa fu di sbarramento con una quantità di precipitazioni che hanno raggiunto i 109 millimetri in dodici pore – ha raccontato il meteorologo – Il 28 luglio 2021 si è registrata una fascia perturbata che ha interessato un territorio ampio da Angera alla Valganna con una quantità di precipitazioni tra i 50 e i 70 millimetri in sei ore. Quello che è avvenuto lo scorso 26 agosto è stato un fenomeno eccezionale che, statisticamente, si registra ogni 200 anni: in un’ora sono caduti 101 millimetri di pioggia, una quantità pari alla media di tutto un mese estivo».
Il cambiamento climatico è ormai una realtà e il territorio varesino conta ben 9 eventi distruttivi avvenuti in questo nuovo millennio. A complicare le cose l’incendio devastante che ha reso ancora più vulnerabile il Campo dei Fiori.
Regione Lombardia, in questi anni, ha contribuito a salvaguardare le comunità finanziando progetti di messa in sicurezza, come a Luvinate, dove sono 7 anni che si lavora per arginare e contenere il Tinella con ben 4 vasche di laminazione, ma anche a Gavirate che ha ricevuto 1,6 milioni di euro per mettere in sicurezza Ca de Monti e Pozzuolo.
Gli interventi effettuati hanno permesso di attutire i danni, ma non sono sufficienti. Sia perchè, come ha ricordato Licata, i tempi di risposta di Regione sono eccessivamente lunghi rispetto alle necessità locali: « Considerate che i comuni del Saronnese, colpiti dalla tempesta l’estate scorsa, non hanno ancora ricevuto nulla. Anche perchè ci sono voluti sei mesi per fare la ricognizione dei danni».
L’elemento più complesso, però, rimane la frammentazione delle competenze: i reticoli minori, che sono quelli che maggiormente costituiscono la minaccia in caso di nubifragi, sono in capo a Comuni che spesso non hanno fondi: « Inoltre – ha ricordato Parola – ci troviamo con un’urbanizzazione avvenuta nei decenni che rende impossibile intervenire per ripulire il materiale che va a intubarsi. Molte di queste condotte sono anche crollate. I bandi pubblici, per finanziare opere di sistemazioni, non ammettono che ci siano condotte interrate e nemmeno che ci siano edifici che non rispettino le distanze indicate dalle leggi. Purtroppo negli anni passati non sempre queste normative sono state rispettate».
Ci sono soluzioni possibili per mitigare gli effetti devastanti di fenomeni che si stanno replicando con eccessiva frequenza?
Una risposta arriva dall’ASFO, l’associazione fondiaria partita proprio dal Comune di Luvinate per coinvolgere tutti i proprietari dei terreni boschivi: «La montagna va curata per proteggere la sua comunità a valle – ha spiegato Boriani – Tutti i cittadini sono chiamati a impegnarsi per questo obiettivo. L’Asfo è un modello che mette in rete tutti i proprietari terrieri per la gestione forestale del bosco. Oggi la nostra associazione fondiaria, a cui Gavirate ha aderito, ha raggiunto l’80% delle proprietà e continuiamo a lavorare per individuare e coinvolgere chi ancora manca. L’Asfo permette di intervenire in tutta l’area boschiva con azioni congiunte ottimizzando i costi. In autunno avvieremo un’attività di manutenzione anche là dove non era ancora stato fatto nulla dopo il devastante incendio».
Curare un territorio è un impegno che la comunità si deve assumere con il massimo coinvolgimento: dalle autorità di tutti i livelli fino ai singoli cittadini. I cambiamenti climatici lasciano prevedere che eventi distruttivi si ripeteranno: farsi trovare preparati è ormai un imperativo.
Il prossimo 18 ottobre sarà il sindaco di Gavirate Parola a incontrare òla popolazione per raccontare nel dettaglio le opere in corso e i progetti in cantiere.
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