L’ex volontaria Luisa Oprandi: “Il mio ricordo della mensa di via Luini”
Luisa Oprandi, insegnante ora in pensione, consigliera comunale, è stata per dieci anni volontaria: a lei abbiamo chiesto un ricordo degli anni in cui ha prestato servizio.
Tra i tanti volontari varesini che hanno dato una mano alle suore della Riparazione nel loro straordinario servizio per i poveri della città, c’è anche Luisa Oprandi, insegnante ora in pensione, consigliera comunale e provinciale, anima di molti eventi sociali in città: a lei abbiamo chiesto un ricordo degli anni in cui ha prestato servizio.
«Sono andata ad aiutare nel 2006 circa, quando la madre superiora era madre Augusta. Inizialmente le persone che si presentavano erano si e no una trentina. All’epoca si riusciva ancora allora a farli entrare per mangiare: gli uomini nell’atrio principale, le donne in una parte laterale. Col tempo però il numero è diventato esorbitante: erano centinaia quando ho smesso di fare parte del servizio, intorno al 2016».
Luisa faceva parte di quelli del “servizio”: «Io insieme ad altri preparavo i sacchetti con il cibo freddo, che poi venivano portati a chi li riempiva anche con il cibo caldo e li consegnava. Si lavorava ogni giorno in un turno diverso, di una ventina di persone».
Il suo è però un ricordo che si è fermato quando ha dovuto occuparsi di questioni famigliari. «Ma tantissimi sono i volontari che sono arrivati fino ad oggi, e non solo nel momento del servizio ma anche in altre ore del giorno, per dare una mano alle suore nelle incombenze pratiche. Una disponibilità straordinaria che li ha visti adoperarsi in aiuto pratico ed eventi speciali».
Tra quelli che Luisa Oprandi ricorda c’è anche una festa di capodanno: «Era l’ultimo dell’anno solidale che facevamo nei locali dell’oratorio di Giubiano – Era un evento nato su iniziativa di studenti universitari di allora, che hanno creato un gruppo storico e portato avanti per diversi anni questo momento speciale, il cui ricavato era destinato alle suore della riparazione».
La cena non era però l’unico punto di contatto con chi viveva nel bisogno: «Ascoltando le necessità di chi andava a prendere da mangiare, avevamo anche iniziato una raccolta di indumenti, capispalla, e ci davamo anche del tempo per controllare e sistemare il donato – spiega Oprandi – Questo finchè gli utenti erano una sessantina, poi diventò più difficile da gestire, anche se questa attenzione non è mai mancata: ricordo una mamma a cui abbiamo trovato passeggini e attrezzature per i bimbi».
Tra gli utenti c’era di tutto, e di tutte le età: «Ho visto anche alcuni ragazzi che erano stati miei alunni alla scuola superiore, purtroppo». Un sacchetto però c’è sempre stato per tutti: «C’erano, e penso ci siano ancora, donazioni da parte di panifici ogni sera, poi c’è il Banco Alimentare e i centri di distribuzione, insieme al grande aiuto di molti cittadini comuni».
Tra i cittadini comuni c’è anche lei, ormai non più volontaria, e la scuola che fino a giugno ha guidato come preside: «Da gennaio a fine giugno di quest’anno nell’Istituto Comprensivo Varese 1 abbiamo fatto una raccolta di fondi che ha portato 500 euro alle suore, poi quando sono andata in pensione ho chiesto che invece di farmi regali facessero una donazione per le suore della carità, e cosi sono stati raccolti altri 600 euro». Il perchè di tanto attaccamento all’istituto è presto detto: «In quei locali c’erano alcune classi della Mazzini, dislocate all’istituto Addolorata. Per questo molte docenti avevano e hanno sempre avuto a cuore quell’edificio».
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