L’addio delle suore a Varese ma il Vicario assicura: “La mensa non si fermerà, nuovo inizio alla Brunella”
Dopo 150 anni, le Suore della Riparazione lasciano la città, e l'istituto sarà venduto. Don Gallivanone assicura la continuità del servizio mensa per i bisognosi e si appella ai volontari
Ora è ufficiale: le Suore della mensa di via Luini lasciano Varese (Le Suore della Riparazione, nella foto di gruppo che chiude il libro dedicato ai 150 della loro congregazione a Varese).
Con una nota dell’istituto Suore della Riparazione che conferma ciò che è stato scritto da Varesenews, le suore spiegano «Come già anticipato dal febbraio scorso, dopo anni di riflessione, la comunità religiosa delle Suore della Riparazione, presente a Varese da più di 150 anni, lascia il posto alle numerose risorse caritative presenti sul territorio. E’ sempre doloroso lasciare una realtà dove le nostre sorelle, addirittura la nostra Venerata Madre Fondatrice, hanno prestato il loro servizio gratuito per più di 150 anni, ma è saggio e doveroso comprendere quando i segni dei tempi ci dicono che è giunto il momento per passare il testimone».
I motivi: «Sono molti, ma determinante è l’avanzare dell’età delle religiose, la mancanza di nuove vocazioni, insieme a costi di manutenzione della struttura non più sostenibili». Questo ha portato il Consiglio Generale dell’istituto a deliberare la chiusura della comunità religiosa in città, ma soprattutto l’alienazione definitiva dello stabile, cioè la sua vendita.
SERVIZIO DI MENSA: DOPO IL 15 OTTOBRE VERRA’ SOSPESO. LE SUORE: “GARANTIREMO QUALCHE FORMA DI ACCOMPAGNAMENTO”
Per quanto riguarda il servizio di mensa serale, le suore spiegano che «Per motivi tecnici, il servizio presso la sede di Via Luini continuerà con le consuete modalità fino al prossimo 15 ottobre. Dopo questa data sarà nostra premura fare quanto possibile per garantire una qualche forma di accompagnamento fino al 10 novembre, periodo di transizione richiesto dalla Caritas e dal decanato che avvieranno il servizio in altra sede entro l’11 novembre».
MONSIGNOR GALLIVANONE: “GRATITUDINE PER LE SUORE, MA IL SERVIZIO DI MENSA NON PUÒ FERMARSI” IL SERVIZIO RIPRENDE A NOVEMBRE ALLA BRUNELLA
«Con tanta gratitudine per le Suore della Riparazione, per la loro secolare presenza nella nostra città e il loro servizio esemplare e condiviso con molti volontari e benefattori, prendiamo atto, comprendendone i motivi, della loro scelta – risponde il Vicario Episcopale per la zona di Varese don Franco Gallivanone – Il servizio ai poveri non deve però venire meno: In dialogo con l’assessore Roberto Molinari, la Chiesa di Varese, attraverso l’Associazione “Pane di Sant’Antonio” della Caritas decanale, si rende disponibile a raccogliere la preziosa eredità delle Suore della Riparazione e far fronte a questa emergenza, per il momento con una modalità provvisoria, aprendo il dialogo con volontari e benefattori per dare continuità all’attenzione ai poveri».
Però il vicario peiscopale rivolge anche un invito «Anche alle altre realtà che in Città danno da mangiare a chi ha fame perché possano ampliare i loro servizi per far fronte a una richiesta sempre più crescente cui nessuno da solo può rispondere».
Secondo monsignor Gallivanone: «Sarà inevitabile un tempo intermedio, ci auguriamo il più breve possibile, tra la chiusura di via Luini e la partenza del nuovo servizio. La Casa della Carità della Brunella, per altro già sede di molti servizi caritativi, deve riorganizzarsi per ospitare la nuova attività. Questo tempo servirà per informare la comunità parrocchiale maggiormente coinvolta, per prendere contatto con i volontari e i benefattori, per armonizzare gli operatori che devono condividere spazi e attività, ma anche per chiedere alle persone che si avvalgono della mensa di prendere contatto con la nuova realtà, di avere le informazioni necessarie e di conoscere le regole già vigenti alla Casa della Carità».
Già nei prossimi giorni comunque: «Si avvierà una ricerca – in dialogo con le comunità parrocchiali, la società civile e le autorità della Città – per rispondere in modo più stabile e adeguato a questa emergenza e per dislocare in modo razionale e sostenibile in più luoghi i servizi caritativi indispensabili per Varese».
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