Cittadinanza facile ai brasiliani: il sogno del lavoro in Regno Unito infranto dalla polizia di frontiera di Luino
La chiusura delle indagini su falso e corruzione coordinate dalla Procura di Varese: oltre 80 persone risultavano residenti in un unico appartamento. L'organizzazione attiva anche in terra carioca prometteva un canale preferenziale per ottenere il passaporto

C’era la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana attraverso le vie ordinarie, che prevedono iter rigorosi e, soprattutto, tempistiche lunghe, di solito di svariati anni, passando per il consolato e seguendo le strade della burocrazia. Oppure, c’era il canale “parallelo”: tutto riservato, acqua in bocca, e pratica iper-veloce in cambio del pagamento di diverse centinaia di euro.
La chiusura delle indagini da parte della Procura di Varese, grazie al minuzioso lavoro della polizia di frontiera di Luino e legate a fatti anche assai indietro negli anni, ha svelato un giro importante di false attestazioni per l’ottenimento della cittadinanza. Magheggi illegali – ancora da provare in sede processuale – che avevano un duplice scopo, uno concausa e complementare all’altro: ottenere il passaporto italiano e, di conseguenza, un viatico per lasciare l’Italia, trasferendosi nel Regno Unito finché l’isola era parte dell’Unione Europea, per puntare poi alla Germania, considerata una terra promessa da cittadini brasiliani “naturalizzati” italiani, ma a suon di mazzette.
Da una parte, nella pianta organica di un paese al confine con la Svizzera, c’era un funzionario comunale cui viene contestata la corruzione, per aver accettato soldi in accordo con terzi e aver favorito così le pratiche anagrafiche e di residenza, attestando, per esempio, che un cittadino nato a Brasilia abitasse in un determinato fabbricato, dove però risultavano residenti già decine di suoi connazionali poi divenuti “italiani” (il funzionario comunale risulta oggi in quiescenza). Dall’altra parte c’era una vera e propria organizzazione che, attraverso contatti in Brasile, proponeva una facilitazione non da poco, un canale preferenziale offerto da “agenzie” capaci di facilitare le pratiche.
Il risultato – fanno sapere dalla Questura di Varese – è stato «l’acquisizione della documentazione relativa alle pratiche di riconoscimento iure sanguinis presenti agli atti d’Anagrafe e di Stato Civile di quel Comune. I poliziotti della PolFrontiera di Luino hanno quindi analizzato la documentazione di 362 persone, tutti cittadini brasiliani, appurando, oltre a numerose mancanze e incongruenze, che le istruttorie erano state portate a termine in tempi record e senza che venissero effettuati i dovuti controlli circa la sussistenza dei requisiti per ottenere la naturalizzazione”.
La chiusura delle indagini risale a qualche giorno fa, e gli indagati hanno ora la possibilità di essere interrogati dal pubblico ministero titolare delle indagini per chiarire le vicende che hanno portato all’ipotesi dei reati di falso e corruzione. Seguirà la richiesta di rinvio a giudizio: in caso di mancato colloquio con gli inquirenti, la posizione degli indagati sarà eventualmente chiarita davanti al giudice per l’udienza preliminare, che deciderà se rinviarli a giudizio o meno.
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