“Il nuovo allenatore dovrà essere un leader. Aperti a idee diverse dalle nostre”

I due GM della Openjobmetis, Sogolow e Horowitz, tracciano il profilo del prossimo allenatore. "Decisione a breve. Mandole ci ha detto che non poteva proseguire. La situazione è colpa nostra"

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La Pallacanestro Varese apre le porte a “nuove idee”, dopo la separazione con Herman Mandole. I due gm americani, Zach Sogolow e Max Horowitz, chiamati a fare il punto della situazione il giorno dopo l’addio al tecnico argentino spiegano le linee guida con cui si stanno muovendo durante il casting per il sostituto.

Un nome che ancora non c’è ma che si vorrebbe trovare al più presto, così da poter tornare in palestra giovedì – giorno di ripresa degli allenamenti – con una guida certa per la squadra. La dirigenza infatti considera queste settimane senza partite ufficiali “un mini pre-campionato”, un periodo in cui assorbire metodi e idee del nuovo tecnico e prendere la rincorsa fisica e tecnica per l’ultimo terzo del campionato.

«Ci piacerebbe trovare un profilo che sia complementare alle nostre idee, quindi che non stravolga ma che però possa portare una visione comunque differente, anche novità nel modo di lavorare e di organizzare i tempi . Non siamo chiusi in questo senso e crediamo che, una volta scelto il nome che allenerà la squadra, potremo sederci e valutare le opinioni di tutti. Se per raggiungere gli obiettivi questa persona ci convincerà dei suoi metodi, perché no: l’importante è appunto arrivare a ottenere risultati».

Nelle intenzioni della dirigenza il nuovo coach dovrà anche essere leader: «Ci interessa costruire una partnership con questa figura, quindi offriamo un contratto a più lungo termine rispetto a questa stagione ma vogliamo anche avere una guida importante. Il tema della leadership è necessario: anche nella ricerca di nuovi giocatori guarderemo a questo aspetto ma l’esempio dovrà arrivare prima di tutto dalla panchina».

Per quanto riguarda il bacino dove pescare, Sogolow e Horowitz confermano l’ampio raggio («abbiamo iniziato subito a sondare tutto il mercato») ma i “favori del pronostico” rimangono per profili internazionali «che abbiano maturato esperienza, magari in Italia ma soprattutto in Europa». Il nuovo coach sarà determinante anche per le scelte sulla squadra: «Prima di muoverci sui giocatori avremo un confronto con lui, inizieremo ad allenarci e solo allora metteremo mano alla rosa. La nostra intenzione è proprio quella di agire anche in questa direzione».

Tra le possibili innovazioni c’è anche quella di aumentare i carichi di lavoro quotidiani come avevamo richiesto in QUESTO articolo: «A seconda dei giorni, i nostri giocatori restano a disposizione circa quattro ore al giorno. Oggi l’allenamento ha certe suddivisioni tra parte collettiva e parte personale ma se il nuovo coach vorrà variare il programma lo potrà fare».

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Tornando indietro di 24 ore, Sogolow e Horowitz hanno anche spiegato quel che è avvenuto con Herman Mandole. «Domenica, dopo la partita, non era ancora in discussione perché siamo abituati a decidere a freddo. Nei colloqui di lunedì però Herman ci ha detto di non essere più in grado di proseguire e da parte nostra siamo stati concordi: era inutile andare avanti con un allenatore che spiega di non poter continuare in questa situazione. Se non fosse stato lui a dircelo lo avremmo sostituito comunque? Non lo sappiamo perché Herman ha anticipato la decisione, anche se capivamo che andava trovata una strada».

Nel dettaglio non sono stati definiti i termini monetari dell’uscita di scena e neppure si esclude del tutto che Mandole possa svolgere qualche altra mansione dietro le quinte. «Ma in questo momento la cosa più urgente è trovare un sostituto: per altro avremo tempo di sistemare le cose».

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“LA COLPA È NOSTRA”

All’inizio e al termine del proprio intervento i due gm si sono presi – va riconosciuto – parte delle colpe di questo momento nero. «Da parte nostra alziamo la mano e diciamo di avere sbagliato. Siamo delusi e dispiaciuti perché le decisioni che abbiamo preso fino a ora non hanno portato i risultati sperati. Sono arrivate anche le contestazioni dei tifosi: non è facile giocare in un ambiente che protesta ma la gente non ha colpe. Paga il biglietto per vedere vincere la squadra, per vederla lottare e questo non è accaduto. La colpa è nostra».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Febbraio 2025
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